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Parco dell'Asinara : Isola dell'omonimo Parco Nazionale nel comune di Porto Torres, famosa per i suoi asinelli bianchi e le Carceri.

Località > Sassari
Parco nazionale dell'Asinara cavalli

Asinara
L'Asinara (in sardo S'Asinàra), è un'isola con una superficie di 52 km², disabitata. Amministrativamente fa parte del comune di
Porto Torres Geograficamente è situata di fronte a Stintino a nord di Capo Falcone, nella Sardegna nord-occidentale, dalla quale è separata da uno stretto canale. Morfologicamente è montuosa, con coste alte e frastagliate, tra le quali si inframezzano spiagge, cale e calette ancora integre tra le quali cala Arena e cala Sant'Andrea. La vegetazione è scarsa anche per la mancanza di corsi d'acqua.

Il Parco dell'Asinara L'Asinara è sede dell'omonimo parco nazionale dal 28 febbraio 1998, giorno in cui la Cantiello, la nave dell'istituto Penitenziario lasciava per l'ultima volta Cala d'Oliva con gli ultimi funzionari del carcere e gli agenti di polizia penitenziaria. Nonostante le origini storiche leghino Stintino all'Asinara, questa località non è mai stata ammessa a far parte del comitato di gestione ma è stata invitata comunque a far parte della "Comunità del Parco", altro organo previsto dalla Legge quadro sulle aree protette.

Descrizione: Cala S. Andrea vista in tutto il suo splendore e incanto, quasi una laguna tropicale punteggiata da atolli di granito in un mare di limpido cristallo d'infinite sfumature di turchese.

Ricchissima di avifauna e di ittiofauna, non è invece più presente la foca monaca. Sono presenti allo stato brado molti asinelli bianchi. Grazie alla permanenza del carcere di massima sicurezza nell'ultimo secolo, l'Asinara è ad oggi una delle isole maggiori del mar Mediterraneo nelle quali vi è stato minore sfruttamento e consumo di territorio.
La Cala d'Oliva si trova a nord est dell'isola dell'Asinara L'isola dell'Asinara è una frastagliata formazione granitica e scistosa che si estende sulla punta nord occidentale della Sardegna, sopra Capo Falcone, estesa per 52 km quadrati che vanno dallo stretto di Fornelli, di fronte alla spiaggia Pelosa, alla punta dello Scorno, a settentrione.

Asinara  veduta di Cala Reale

Con l'Isola Piana, da cui è divisa dalla rada dei Fornelli, e gli isolotti Rospo e Bocca, rappresenta l'estrema propaggine della penisola di Stintino, una sua continuazione al di là del mare. Oggi è Parco Nazionale: le sue spiagge di mare limpido, le sue “popolazioni” di mufloni e asinelli bianchi, le sue rare specie vegetali si possono apprezzare nelle visite regolamentate dall'Ente Parco. La Cala d'Oliva (foto sopra) ospita l'importante porticciolo omonimo, uno dei principali approdi dell'Asinara insieme a Cala Reale e a Fornelli. È una zona molto importante per due motivi. Il primo è rappresentato dalle due splendide spiagge che vi si trovano, formate da sabbia bianca lambita da mare favoloso: una a sud del promontorio, detta Sa Murighessa o dei Detenuti; l'altra a nord, vicino al paese e al porticciolo. Inoltre, presso Cala d'Oliva sorge il paese, unico centro abitato dell'Asinara. Proprio dietro le abitazioni si ergono gli edifici dell'ex colonia penale, oggi adibiti a sede dell'Ente Parco e del Centro di Educazione Ambientale.
Come arrivare A Cala d'Oliva e all'isola dell'Asinara si arriva con le imbarcazioni autorizzate dall'Ente Parco, in partenza da Stintino e da Porto Torres.

Accesso dal mare a Cala dei detenuti, Isola dell'Asinara, Sardegna


L'Asinara, per dimensioni la seconda isola sarda dopo Sant'Antioco, presenta una forma stretta, allungata in senso Nord-Sud con un andamento della linea costa molto frastagliato, indice di una notevole varietà di habitat. L'Isola presenta una situazione storica, ambientale e giuridica estremamente singolare. Sebbene i primi resti della presenza umana risalgano al neolitico, la natura si é potuta conservare grazie ad un susseguirsi di eventi che le fecero assumere il nome poco accattivante di Isola del Diavolo.

Paesaggio Asinara Provincia di Sassari.
Asinello albino dell'Asinara

Uno sguardo in anteprima

L'isola dell'Asinara, lunga poco meno di 18 km e larga fino a 6, si trova nel territorio del Comune di Porto Torres in provincia di Sassari: è una delle più suggestive isole del Mediterraneo avendo mantenuto inalterato il proprio fascino naturalistico. E' stata a lungo sede di una colonia penale: questo ha fatto sì che i visitatori fossero, nel tempo, numericamente limitati, preservando quindi l'ambiente naturale. Dal 1997 è diventata Parco Nazionale e meta consueta di piccole crociere lungo la costa.
Il toponimo potrebbe derivare dalla presenza del caratteristico asinello sardo albino, o dal latino Sinuaria cioè dotata di insenature che rendono facile l'approdo via mare. Le piccole insenature si trovano nel lato orientale particolarmente ricco di spiagge suggestive come quelle di granito rosa, Cala Scombro di Dentro e di Fuori e la Cala Sant'Andrea. Il versante occidentale dell'isola è invece caratterizzato dall'altezza delle coste: Punta dello Scorno, il suo punto più alto, è segnalato dalla presenza di un faro. Il paesaggio è decisamente vario: la presenza di un bosco di lecci nella Vallombrosa arricchisce la caratteristica vegetazione della macchia mediterranea, che fa da cornice anche specie di piante rare come la Evax rotundata e la Nananthea perpusilla, esemplari che incantano gli appassionati di botanica. Oltre agli asinelli albini nell'isola si trovano numerosissimi uccelli marini, mufloni e cinghiali.
Come arrivare L'isola dell'Asinara è raggiungibile dal Porto Nuovo di Stintino e da Porto Torres: in entrambi sono presenti punti di informazione e vendita dei biglietti.

Asinara faro di Punta Scorno


IL CARCERE
Durante la fase di transizione legislativa, nella quale si passa dai codici degli Stati preunitari alla promulgazione del codice Zanardelli, in Italia viene proposta l’istituzione delle Colonie Agricole, prendendo in considerazione il modello dell’isola di Pianosa (istituita nel 1858) e tra le diverse aree viene scelta in modo quasi incidentale l’isola dell’Asinara, è il 16 giugno 1885.
Il regolamento delle Colonie Penali Agricole entra in vigore il 1 marzo 1887 e prevedeva la suddivisione in due categorie, quelle destinate ai condannati ai lavori forzati e quelle per i condannati a tutte le altre pene. La permanenza dei detenuti nella colonia era legata principalmente alla buona condotta e alle capacità nei lavori di coltivazione, dissodamento e bonifica dei terreni, nonché nella costruzione di strade e fabbricati. Nel caso specifico dell’Asinara, i detenuti venivano trasportati con delle spedizioni effettuate dalle forze dell’ordine, denominate in gergo militare “traduzioni”; ogni traduzione accompagnava un numero di detenuti che variava dalle 10 alle 40 persone. Una volta arrivati sull’isola, i detenuti affrontavano un colloquio con il comandante militare e dopo una prima valutazione, in base alla condanna riportata ed al tipo di reato, venivano ripartiti nelle varie diramazioni. All’ingresso del carcere nel quale erano stati destinati, venivano sottoposti ad una visita sanitaria; solo il medico poteva disporre l’isolamento dell’individuo, così come poteva stabilire di metterlo nel letto di “contenzione”, nel quale doveva rimanere supino e dove gli venivano bloccati gli arti con appositi anelli, regolabili in base alla circonferenza di polsi e caviglie, per consentire un accurato controllo; il medico aveva inoltre il compito di redigere il diario clinico, una sorta di registro nel quale annotava le eventuali malattie e cure alle quali il soggetto veniva sottoposto. Successivamente affrontavano il colloquio con lo psicologo e l’assistente sociale; anch’essi valutavano l’individuo e poi riportavano il loro giudizio in apposite cartelle. Tutti i detenuti che soggiornavano all’Asinara venivano trattati allo stesso modo, senza preferenze e quelli considerati “buoni” avevano la possibilità di lavorare all’interno del carcere, come ad esempio nelle cucine o nelle foresterie. Ognuno poteva usufruire del “sopra-vitto”, ovvero una quota da poter spendere all’interno dell’isola per acquistare libri e qualsiasi oggetto che avesse uno scopo culturale. Tale quota veniva stabilita dal Ministero di Grazia e Giustizia e ad esempio, nel 1985, non poteva superare le 350.000 lire mensili. I familiari potevano andare a trovare i loro parenti periodicamente; per i detenuti del 41 bis, cioè tutti i mafiosi e i brigatisti, le visite erano concesse una volta al mese ed il colloquio avveniva tramite citofono separati da un vetro antiproiettile. Per tutti gli altri il colloquio era settimanale e senza nessun vetro. La Colonia Penale Agricola, che divenne successivamente Casa di Reclusione, ossia luogo di soggiorno per i detenuti con condanna definitiva, era organizzata in diversi insediamenti residenziali, denominati “diramazioni” o “distaccamenti”. Ogni diramazione era una sorta di piccolo carcere, costituito dai dormitoi per i detenuti, dalla caserma e alloggi per le guardie e dalle stalle per il ricovero degli animali. Per quanto riguarda l’amministrazione carceraria, ogni distaccamento era composto da un direttore amministrativo, un capo diramazione, un comandante militare, educatori ed educatrici (in tutto sei), un assistente sociale, un psicologo, un psichiatra e diversi militari. Le varie diramazioni erano dislocate in tutto il territorio dell’isola. A Fornelli era ubicato il carcere di massima sicurezza, ampliato alla fine dell’ottocento e utilizzato come tubercolario durante la seconda guerra mondiale. Gli anni del carcere di massima sicurezza iniziarono il 25 giugno 1971 con l’arrivo di 15 presunti mafiosi, ai quali, nel mese di settembre, se ne aggiunsero altri 18. Con il passare degli anni il numero dei criminali aumentava sempre più e così i reclusi iniziarono ad essere destinati ad altre diramazioni e solo quelli più pericolosi restavano a Fornelli. La sera del 2 ottobre del 1977 vi fu una ribellione molto violenta che venne sedata solo il giorno successivo. La struttura venne così rinforzata con nuove sbarre alle finestre ed alle porte, molto più robuste e sicure rispetto alle precedenti; venne ricostruita la volta ed anche il pavimento. Venne posta un’asta per bloccare la porta che dava l’accesso al cortile per “l’ora d’aria” e che consentiva l’ingresso dei detenuti solo uno alla volta ed inoltre, onde evitare contatti tra le stesse persone, di volta in volta veniva cambiata la provenienza di cella, ciascuna delle quali ospitava al massimo due individui. Gli armadietti in legno vennero sostituiti con degli armadietti in metallo fissati al muro, così come le scrivanie ed i letti. Nei corridoi vennero messi dei cancelli che separavano nel braccio un numero minimo di celle e, per ogni cancello, rimaneva una sentinella a fare il suo turno. I corridoi, i cortili, nonché i punti più nevralgici delle aree più frequentate, venivano sorvegliati con dei sistemi di telecamere; vi era anche un circuito elettronico esterno, costruito su una recinzione molto vasta ma poi, a causa delle frequenti intrusioni da parte di animali selvatici, venne disabilitato. Nel 1983 soggiornò nell’isola anche Raffaele Cutolo, appartenente alla Nuova Camorra Organizzata. In quel periodo i detenuti venivano suddivisi nelle carceri anche a seconda della “famiglia” di appartenenza: quelli che stavano dalla sua parte e quelli contro, questi ultimi appartenevano alla così detta “Nuova Famiglia”. Santa Maria è stata una delle diramazioni più recenti e moderne; qui veniva praticata l’agricoltura utilizzando gli aratri a trazione animale; venivano allevati cavalli, maiali, capre e vitelli. Questa diramazione veniva anche denominata “legione straniera” perché il 95% dei detenuti erano stranieri, provenienti da tutto il mondo, algerini, peruviani, portoricani, egiziani, iracheni, tutti incriminati per spaccio di sostanze stupefacenti. A Tumbarino, in un’area priva di terreni coltivabili, si ospitavano 10-15 detenuti che avevano il compito di fare provviste di legna e carbone. Qui soggiornavano detenuti con pene molto elevate, persone condannate soprattutto per violenza carnale, i così detti “mangiabambini”, cioè i condannati per pedofilia ed altri crimini a sfondo sessuale. La diramazione di Stretti nacque intorno agli anni ’20; aveva vocazione agricola e vennero utilizzate le strutture realizzate dall’Amministrazione Militare. Ebbe vita fino agli anni ’60, fu poi abbandonata a causa delle avversità meteorologiche e dei forti venti che colpiscono questa parte dell’isola. Campu Perdu fu istituito dopo il primo conflitto mondiale, riutilizzando le strutture già esistenti e di appartenenza dell’Amministrazione Militare, furono allestite delle stalle molto moderne con lo scopo di sfruttare i terreni limitrofi molto fertili. Campo Faro venne realizzata nei primi anni del novecento, accanto al cimitero italiano. Il distaccamento di Trabuccato fu istituito dopo la prima guerra mondiale e qui venivano mandati i detenuti pericolosi, ma non come quelli che soggiornavano a Fornelli, vi erano inoltre detenuti con pene meno gravi e sconsegnati, che coltivavano una vigna di circa 5 ha; qui le celle, come anche a Campu Perdu, potevano ospitare 10-15 persone ma nei periodi di massima affluenza, con l’utilizzo di letti a castello, vi potevano soggiornare anche 30 detenuti. Nel villaggio di Cala d’Oliva si trovavano la direzione del carcere, gli alloggi degli impiegati, la chiesa, la scuola e la diramazione denominata centrale. Quest’ultima è stata realizzata nei primi anni del secolo scorso come struttura di alloggio per i carcerati della colonia penale. Nel corso degli anni sono stati effettuati numerosi interventi di ampliamento e ristrutturazione, in relazione all’utilizzo del carcere. Inoltre vanno ricordate le piccole diramazioni di Case Bianche ed Elighe Mannu che permisero di avviare l’attività della Casa di Lavoro, con cui poté iniziare l’opera di consolidamento post-bellica. A Case Bianche i detenuti erano prevalentmente pastori e venivano denominati “sconsegnati” in quanto non erano sottoposti ad una vigilanza continua. A questi, veniva dato il “vitto in natura”, ossia delle provviste settimanali, poiché dovendo controllare il bestiame non potevano rispettare gli orari della mensa e a volte rimanevano a dormire in apposite strutture situate in prossimità del luogo di lavoro. Successivamente, venne utilizzato anche il “bunker” di Cala D’Oliva, un ulteriore distaccamento creato agli inizi degli anni ’80. Era composto da poche celle di sicurezza, una delle quali ospitò Totò Riina.




Geografia e clima

Geografia
L'isola dell'Asinara è situata all’estremità nord-occidentale della Sardegna, tra Punta Colondri a sud (40°59’ N), Punta dello Scorno a nord (41°07’ N), Punta Salippi ad ovest (4°15’ E) e Punta Sabina ad est (4°06' E). L'isola ha una superficie di circa 51 chilometri quadrati ed una lunghezza in linea retta di oltre 18 km. La larghezza varia da 290 m di Cala di Scombro ai 7 km nella parte più settentrionale dell'isola. Il perimetro costiero é di circa 110 km. L’isola è caratterizzata da vaste superfici di roccia affiorante, con scarsa copertura vegetale a prevalente macchia arbustiva; solo l’area di Elighe Mannu, dove è localizzata l’unica formazione boschiva a leccio, presenta una piccola parte ricoperta da vegetazione arborea. L'isola é composta da quattro piccoli rilievi montuosi collegati da istmi. Quello settentrionale é il maggiore, sia per estensione che per altitudine, e comprende il rilievo più alto di Punta della Scomunica (408 msm), che si raccorda a meridione con la piana di Campu Perdu. A sud di questo pianoro affiora il complesso scistoso del Monte Ruda (215 msm), il quale occupa una zona collinare di circa 2 chilometri quadrati, delimitata dall'istmo sottostante di Punta Marcutza (195 msm). In questo nucleo sono importanti i sistemi filoniani ed i depositi calcarei tirreniani. Nella parte centro-meridionale dell’isola, a sud della zona denominata Stretti, è situato un altro gruppo di rilievi, tra i quali quelli di Punta Tumbarino (241 msm), Punta Romasino (215 msm) e Guardia del Turco (128 msm). La linea di cresta di questo rilievo è orientata in direzione NO-SE, similare ai rilievi di Capo Falcone e Monte Forte nella Nurra. Questo settore é delimitato dalle due rias di Cala Scombro di Dentro e Scombro di Fuori e risulta il punto più stretto dell'isola. Il nucleo meridionale é costituito principalmente dall'intrusione granitica di Punta Maestra Fornelli (265 msm) e dagli scisti grigi identici a quelli della penisola di Stintino. Il raccordo tra quest'area e l'Isola Piana é interrotto dallo stretto di Fornelli le cui batimetrie non superano i 5 metri. Lungo le coste è evidente una differente azione erosiva che rispecchia le esposizioni dei suoi litotipi: infatti la costa occidentale é ripida e rocciosa, quasi totalmente inaccessibile dal mare a causa delle falesie che in alcuni punti raggiungono i 200 metri. Qui la costa, che risente della forte azione delle correnti marine e del moto ondoso dei venti del IV quadrante, è caratterizzata dall’assenza di depositi sabbiosi e solchi di battente che si approfondiscono per qualche metro. La costa orientale é al contrario generalmente bassa e rocciosa, con delle spiagge localizzate principalmente a Fornelli, Sant’Andrea, La Reale, Trabuccato, Punta Sabina e Cala Arena. Esistono anche degli stagni retrodunali, nel litorale di Fornelli, a Cala Sant’Andrea e a Cala Arena.





Clima
La piovosità è caratterizzata da valori tra i più bassi di tutta la Sardegna, evidentemente influenzati dalla situazione di insularità e raramente raggiunge il valore medio annuo di 500 mm di pioggia. Per quanto riguarda la temperatura, il mese più freddo è quello di febbraio con valori medi di circa 10 °C, mentre quello più caldo è agosto con una media di 23 °C. I venti che spirano con maggiore frequenza sono il ponente, presente per circa il 35% dei giorni, e il maestrale, per circa il 13%: insieme questi venti di nord-ovest sono presenti per circa la metà dei giorni dell’anno. Il levante soffia circa il 20% delle volte, ma quando arriva è difficoltoso l’approdo sull’isola e la navigazione verso i vicini porti di Stintino e Porto Torres. Il clima dell’isola è considerato semiarido e l’acqua è poca ma sufficiente; in inverno addirittura sussiste una piccola eccedenza idrica.


Per maggiori informazioni visita il Sito  http://www.parcoasinara.org/

Asinara, veduta panoramica.
Asinelli Bianchi. Asinara comune di Porto Torres (SS).
Asinello albino o dell'Asinara

Asino dell'Asinara

Le sue misteriose origini sono ancora oggetto di studio. Secondo la leggenda gli asini sarebbero giunti accidentalmente a seguito del naufragio di una nave egizia, mentre secondo altri direttamente importati dall’Egitto ad opera del Duca dell’Asinara (1800). Recenti testimonianze raccontano della presenza di asini bianchi dalla fine del secolo scorso probabilmente abbandonati dagli abitanti dell’isola quando si trasferirono sulla terra ferma per la decisione di ospitare sull’isola un lazzaretto ed una colonia penitenziaria. Una specie “a rischio” d’estinzione, come risulta dall’ultimo censimento del 1996 che indica la presenza sull’isola di soli 73 soggetti. La bassa fertilità delle femmine associata a problematiche di ordine sanitario (parassitosi intestinali, infezioni secondarie) e alla mortalità neonatale, spesso correlata alla forte consanguineità, sono fattori che non garantiscono la salvaguardia dell’asinello. Inoltre alcuni aspetti etologici (continue molestie, spesso letali, dei maschi nei confronti dei giovani nel periodo dei calori) contribuiscono certamente a rendere “critica” la sua sopravivenza. Ricerca e tutela è quello che attualmente si propone l’Istituto Incremento Ippico della Sardegna allevando, presso il centro di Foresta Burgos, l’unico gruppo di animali numericamente consistente al di fuori dell’isola dell’Asinara.

Standard di razza

Area di origine: Isola dell’Asinara (Sardegna nord-occidentale).

Caratteri tipici:
- mantello: bianco con cute rosa e occhi celesti
- conformazione:

testa: quadrangolare con profilo rettilineo
collo: proporzionato
spalla: dritta e corta
garrese: poco pronunciato
dorso: leggermente disteso
lombi: forti e ben attaccati
groppa: corta e lievemente inclinata
petto: con scarse masse muscolari
torace: stretto ma abbastanza alto
arti: esili
articolazioni: esili con scarsi piani articolari
andature: corte con attitudine prevalente al passo
appiombi: regolari
piede: bianco, piccolo e poco resistente

- temperamento: timido, ma di buona indole
- altre caratteristiche: rustico e frugale

Dati biometrici a 30 mesi:


Maschi
altezza al garrese 80 – 115 cm
circonferenza torace 100 cm
circonferenza stinco 11 - 13 cm

Femmine
altezza al garrese 80 – 115 cm
circonferenza torace 100 cm
circonferenza stinco 11 cm

Asinara punta Scorno
Asinelli Sardi nell'isola dell'Asinara.
Asino dell'Asinara
Asinare macchia mediterranea e Mufloni
 

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