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Stintino è una delle località più famose dell'isola. L'origine del paese risale al 1885, quando le famiglie dei pescatori che abitavano l'isola dell'Asinara furono sfrattate per far posto alla colonia penale e dovettero fondare un nuovo insediamento a Capo Falcone. L'origine del toponimo deriva dal sardo "s'isthintinu", cioè il budello, dal nome dato allo stretto fiordo su cui sorse il paese. L'economia ruota intorno al turismo. La deliziosa cittadina si affaccia sul golfo dell'Asinara, sulla costa nord-orientale della Sardegna. È stato in passato una frazione di Sassari, diventando comune autonomo l'8 agosto 1988. Le prime elezioni si sono svolte nel marzo del 1989, quando venne eletto Baingio Benenati.


Sabato 18 giugno 2016 ha aperto il MUT, Museo della Tonnara, dove potrete fare un viaggio nella storia di Stintino e nel tempo attraverso video, immagini, documenti e reperti. Apre al pubblico il nuovo museo della Tonnara di Stintino, il MUT. Dopo due anni di lavori serrati, un investimento di due milioni di euro per il restauro dell'ex edificio Alpi (azienda lavorazione produzione ittica) e 200 mila euro per gli arredi, sabato 18 giugno 2016 alle 18.30, il museo sulla strada panoramica si e sveleto con tutto il suo fascino e il carico di storia. Direttore del Mut è Salvatore Rubino mentre la curatrice è Esmeralda Ughi. Singolare e moderno il “viaggio” attraverso il quale il visitatore potrà addentrarsi nelle stanze del nuovo museo. La modalità di fruizione scelta è quella dello storytelling audiovisivo: fulcro dell'allestimento sono una serie di brevi video che raccontano l'attività della Tonnara Saline, la vita dei tonnarotti, la storia di Stintino e dell'isola dell'Asinara. La narrazione si snoda per tutte le sale, guidando lo spettatore in un percorso storico, antropologico e scientifico, accompagnato dalle musiche di Paolo Fresu
. Dopo un trailer iniziale, posto in apertura dello spazio espositivo, il visitatore è condotto in un viaggio nel tempo, a partire dalla fine del XIX secolo, con la nascita del borgo di Stintino, passando per gli Anni Novanta, ultimo periodo di attività della Tonnara Saline, fino ad arrivare ai giorni nostri, quando la memoria diviene risorsa per il territorio, al pari delle bellezze naturalistiche. Una storia carica di fascino e di ritualità, restituita, oltre che dai video, da una carrellata di immagini fotografiche, e da una serie di reperti. Fanno parte dell'allestimento gli attrezzi in uso nella tonnara, la documentazione della stessa, i diari, vecchi articoli di giornale, gli abiti usati durante la mattanza, e il modellino della tonnara realizzato dall'ultimo Rais della Tonnara Saline, Agostino Diana. In esposizione anche alcune opere selezionate di artisti sardi che hanno dipinto la vita della tonnara, Stanis Dessì e Ausonio Tanda tra gli altri, e gli acquerelli di Paola Dessì. Sarà il Centro studi sulla civiltà del mare e per la valorizzazione del Golfo e del Parco dell'Asinara, associazione attiva a Stintino dal 1997, a occuparsi della promozione e della valorizzazione del MUT su incarico del Comune di Stintino. La vocazione del MUT è quella di custodire la memoria e preservare l'identità collettiva, ma anche quella di dialogare con la comunità di riferimento e trasmettere i valori culturali del territorio. Uno spazio aperto, dunque, un laboratorio attivo e in divenire. L'archivio del museo, inoltre, sarà sede del progetto “Raccogli la memoria”, promosso dall'associazione Il Tempo della Memoria. L'obiettivo è quello di recuperare e catalogare immagini storiche di Stintino, della Tonnara Saline, dell'isola dell'Asinara.





