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Oltre 60 comunità sarde, dopo un'interruzione più o meno lunga dell'uso e della confezione dei propri abiti popolari, hanno recentemente sentito l'esigenza di ricostruirli (un'altra cinquantina di località, invece ha conservato fino a tempi recentissimi i propri costumi). Questa necessità di recupero e riappropriazione di un elemento importantissimo della propria identità ha motivato ricostruzioni condotte, a seconda delle diverse situazioni con l'ausilio di capi di vestiario sopravvissuti, della memoria degli anziani e di fonti scritte e figurate del passato. Oristano ad esempio, sin dal 1960 ha ricostruito i propri costumi festivi, scomparsi da l primo ottocento; Alghero li ha riproposti ispirandosi a fogge catalane; Ghilarza ha egregiamente rifatto i costumi scomparsi di diverse epoche storiche; pesino il cosiddetto "costume della vedova " di Tempio è una ricostruzione degli anni 20/30 del 1900 ( in seguito è stato riproposto anche il costume "settecentesco" nelle fogge maschili e femminili). Il solo capoluogo della provincia sinora privo di "costume" era Sassari (rappresentato nella "sfilata del folklore" dai rappresentanti dei gremi). A Sassari, contrariamente a quanto generalmente si pensa, nel primo ottocento, massai, zappadori, artigiani, viandanti (il ceto popolare) indossavano il "costume sardo" poi scomparso nella seconda metà del secolo: lo provano innumerevoli documenti (fonti letterarie, liste dotali, testamenti ed inventari, disegni, acquerelli e litografie).
La somiglianza con le fogge quotidiane attestate nei paesi circostanti (Codrongianos e Iittiri) ed ancora conservato in svariati esemplari è stretta. Completano l'abito calze di cotone o seta candide a scarpe a tacco, basse, scollate, di pelle nera, spesso ornate di una fibbia d'argento rettangolare, ovale o quadrata. I gioielli constano principalmente in bottoni, in filigrana o lamina d'argento con pietra rocca o celeste alla sommità: In alcune immagini di Tiole, assicurato ad un "vellutino" che circonda il collo, si osserva il ciondolo formato da una croce d'oro ed una doppia catena che pare rimandare ai tipici gioielli piemontesi e valdostani.



