Dalle prime esperienze in Sardegna alla Stagione Milanese
Delitala vive la sua fanciullezza a Sassari dove, nel 1907, consegue il diploma di perito commerciale. Questi anni vedono maturare scelte diverse da quelle aperte dagli studi appena ultimati, scelte che avrebbero poi determinato la sua vita: non è certo l’attività di amministratore che lo affascina, ma è quella libera e creativa dell’artista. Sono infatti di questo periodo i primi taccuini di disegni nei quali annota, con abile tecnica e particolare sensibilità, le impressioni che gli suscita il mondo paesano che lo circonda, con le sue modeste abitazioni, spesso aperte su un cortile, ravvivato dalla quotidianità della vita. Da intelligente autodidatta qual è, si esercita anche negli studi di nudo, facendo posare il fratello che ritrae in atteggiamenti naturali, per poterne delineare le fattezze con abilità realistica, lontana da vieti convenzionalismi accademici. Nel 1907 si trasferisce a Milano; nella grande e lontana città lombarda ha trovato un modesto posto di impiegato in una ditta che produce manifesti pubblicitari, ma non si lascia cogliere dallo sconforto della routine. Approfitta dell’ambiente che lo circonda e ne trae stimoli per la progettazione di bozzetti per manifesti e locandine che esegue durante il tempo libero: il mondo della pubblicità lo affascina e i suoi studi dimostrano che ne conosce i metodi di comunicazione, di immediato impatto visivo e di efficace leggibilità. Così il rosso dell’abito della signora, che sorseggia il suo liquore da dessert al tavolo di un bar, esalta il blu del nome Talismano, attirando immediatamente l’attenzione e invogliando chi guarda a fare altrettanto; il gesto di invito quasi imperioso del personaggio in costume, sollecita la curiosità e il desiderio di assistere alle rappresentazioni di varietà del Teatro Trianon. In altri studi si identificano i primi influssi delle esperienze europee, quella della Secessione viennese soprattutto. Ma ciò che più colpisce è la tempera Automobile in corsa, che lo ricollega direttamente alle contemporanee sperimentazioni futuriste del giovane Umberto Boccioni. La conoscenza della produzione artistica di quest’ultimo è evidente anche in alcuni piccoli ritratti realizzati a matita nel 1909, seguiti nel 1910 da alcuni disegni a china che rappresentano scene di vita quotidiana dalle quali emerge l’immagine di una ricca borghesia cittadina, ritratta con sapienza grafica, ma anche con sottile ironia. Alla fine del 1911, per motivi di salute, Delitala rientra in Sardegna.
Nell’Isola riprende i contatti col mondo agro-pastorale che ancora manteneva i caratteri di autenticità e di autonomia: ne sono la dimostrazione due opere con le quali decora la Sala Consiliare di Orani, Il seminatore e Il pastore, connotate dalla vigoria del tratto e da un’intima adesione ai soggetti dipinti. Trasferitosi a Cagliari nel successivo 1912, coglie l’occasione che andava cercando: conosce molti degli artisti più rappresentativi del tempo, Filippo Figari, Felice Melis Marini, i fratelli Melkiorre e Federico Melis, Francesco Ciusa. Al tempo stesso ottiene dall’Amministrazione di Cagliari di partecipare alla decorazione della Sala del Museo per la quale esegue un progetto per il soffitto con due immagini coerenti all’ambiente di esposizione e di studio: l’Arte e la Scienza. Gli avvenimenti bellici del 1943 hanno distrutto completamente l’opera della quale è rimasto solo il bozzetto preparatorio.
Nel successivo 1913 disegna il manifesto per la Ditta vinicola Zedda-Piras, con un contadino nel suo tradizionale costume, seduto per terra, appoggiato ad un bastone, illuminato dalla solare campagna ricca e produttiva che si stende in lontananza e che manda bagliori di luce attraverso i solchi, costruiti da pennellate sapienti. Delitala affianca a questa attività l’intensa collaborazione con le riviste sarde che si proponevano di rivalutare il mondo isolano: da segnalare sono soprattutto i suoi interventi in Sardegna, diretta da Attilio Deffenu, intorno alla quale si schierano alcuni fra i più noti intellettuali e uomini politici isolani, pur nel breve periodo della sua pubblicazione, esauritasi nel giugno del 1914 dopo soli quattro numeri.
Gli anni 1914-15 rappresentano, come afferma lo stesso Delitala, «un periodo di grande passione». Il 1915 lo vede chiamato alle armi e destinato a Lecce, una sede che muta più volte. Pur vivendo in pieno la drammaticità del periodo riesce a superare i momenti di sconforto con disegni ironici o con piccoli dipinti che invia ai familiari. Tra i bei ritratti di questo periodo, di grandi dimensioni, che hanno successo in esposizioni nazionali, quali la “Francesco Francia” di Bologna e la Biennale di Venezia, spiccano quelli della sorella Anita e della cognata Maria Sulis Delitala; l’artista, oltre a mostrare grandi capacità pittoriche, riesce a penetrare nell’animo dei personaggi. La tristezza che pervade la figura della sorella si irradia dal viso alle mani, languidamente appoggiate sulle ginocchia; l’impeto e la forza di carattere della cognata scaturiscono dalla gravità costruttiva della figura, in contrasto con lo scatto impresso alla testa: gli occhi diventano poi il fulcro e lo specchio di questi sentimenti.
Il sospirato congedo lo riporta nella pace della sua Isola dove riprende i contatti con gli amici artisti e, in particolare, col suo mondo di paesaggi incontaminati e di personaggi ancora tipici, che riscopre nel corso di una lunga peregrinazione nei paesi della Barbagia e della Baronia, durata sette mesi e compiuta col pittore di Olzai Carmelo Floris e con al seguito il bagaglio dei suoi strumenti per dipingere.