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La Maddalena













Turismo e U.S. Navy Nel frattempo si affaccia, come paradosso sorprendente, il turismo, mentre il censimento del 1951 mette in risalto un pesante calo demografico, con un flusso migratorio di 1321 unità su un numero di residenti attestato comunque in 10.886 persone. Il Village Magique prima e il Club Méditerranée dopo si insediano a Cala Garibaldi di Caprera e avviano una serie di effervescenti stagioni turistiche, quando ancora la fortuna della Costa Smeralda è di là da venire. Nel 1960 i maddalenini, sono ancora 10.709; agitati dai primi fermenti sulla Costa Smeralda, sono tentati di imbarcarsi in un’avventura alternativa alla Marina, ma la prudenza viene alimentata da quanti non credono nelle “chimere” estive, abituati da sempre ad aver fiducia in uno Stato patrono, che li “accompagna” per tutto l’anno. Così, chi può investe nella seconda casa, nella speranza di affittarne una tra luglio e agosto e inserirsi alla chetichella nel giro turistico, senza però voltare le spalle alla Marina. Nel 1968 a Santo Stefano (località Il Pesce) si insedia, nonostante alcune resistenze dei militari, contrastati con fermezza dal Comune, il villaggio dell’Island Propertie, poi passato al CET (Club Européen du Turisme). Quasi in maniera strisciante fin dal 1967 trovano collocazione il Touring Club in località Punta Cannone di La Maddalena e il Centro Velico di Caprera, a Porto Palma. Inizia la politica del doppio binario che non porta né a pilotare un turismo sempre più caotico, né ad avere maggiori garanzie di ripresa occupazionale negli stabilimenti militari. In questa fase di confusione generale, in cui nessuno sa veramente cosa vuole, all’improvviso appare all’orizzonte la prima nave appoggio USA e i “suoi” primi sottomarini a propulsione nucleare. Trascorrono trentaquattro anni di alterne vicende, tra incidenti a sottomarini, ricorrenti polemiche di stampa, timori di inquinamento nucleare e incosciente serenità, mentre una parte sempre più consistente della cittadinanza si lascia addirittura cullare dall’ipotesi di un passaggio indolore dalla Marina italiana a quella USA e un’altra parte, già sbilanciata idealmente verso un avvenire turistico, si trova a dover fare i conti, ancora, con la Marina militare italiana, che non intende dismettere i propri beni immobiliari anche se sono ormai inutilizzati, vanificando in tal modo, e a più riprese, i sogni di una definitiva emancipazione della popolazione locale. Nel 1980 il Comune aveva chiesto e ottenuto, intanto, l’istituzione a Caprera della Riserva Naturale Orientata, contestata vivamente dai cacciatori locali e da quanti vedevano nella scelta della protezione ambientale una volontà sinistra di assecondare il bisogno di tranquillità della base USA. Nel 1992, mentre già si parlava di istituire un Parco internazionale nelle Bocche di Bonifacio, il Ministro Ripa di Meana emette un decreto per tutelare la mitica Spiaggia Rosa di Budelli dall’eccessiva pressione antropica estiva. Le proteste crescono e si confondono sempre di più con motivazioni politiche e presunte strategie militari, mentre diventano tangibili i cedimenti degli investimenti militari italiani nell’arcipelago e si dilatano, per contro, gli interventi americani per procacciarsi terreni e programmare nuovi insediamenti all’indomani del nuovo incidente ad un sottomarino nucleare, avvenuto nel 2003. Questa volta le nuove polemiche, alimentate pure da ambientalisti corsi, creano una complicata situazione diplomatica, che confonde e appanna la lucidità di tutti. L’opinione pubblica è spaccata e, come sempre, ingessata. Questa equivoca fase di stallo viene interrotta bruscamente nel 2006 dal presidente della Giunta regionale Renato Soru, che d’intesa con il sindaco Angelo Comiti, chiede l’allontanamento definitivo della base USA di Santo Stefano e la conseguente dismissione immediata dei beni immobili che la Marina italiana non utilizza più. Una felice congiuntura internazionale e un governo di centrosinistra a cui Soru è vicino facilitano il successo dell’iniziativa del governatore della Sardegna, impegnato formalmente ad assecondare una epocale svolta nell’economia dell’isola, in cui da un decennio è già stato insediato un Parco nazionale e si lavora a livello scientifico per la costituzione del Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio.
I suoli, le case e le chiese Il turista giunge a La Maddalena col traghetto da Palau (percorso 15 minuti) e impatta subito con un centro storico a misura d’uomo, contraddistinto dall’affascinante Cala Gavetta, dai suoi panfili, dagli storici leudi a vela latina e dai pescherecci. Qui può osservare la Colonna Garibaldi, la lapide commemorativa dei fatti del XXIII febbraio 1793, il palazzo Roberts, oggi sede del Banco di Sardegna, e via via i palazzi di stile umbertino del lungomare, il Municipio dove si conservano i ritratti delle medaglie d’oro, una palla di cannone lanciata da Napoleone contro la chiesa, la lettera di Garibaldi che nel 1849 ringrazia la cittadinanza per la calorosa accoglienza, riportata in una grande lapide di marmo, visibile dall’atrio, la bandiera di combattimento contro i franco-corsi esposta in teca nella Sala consiliare, dove spicca pure un pavimento a mosaico di granito colorato lucido, con la riproduzione dello stemma araldico; da qui si procede per la chiesa parrocchiale dove sono esposti i candelabri e il crocifisso d’argento di Horatio Nelson, e nel piccolo ma ricco museo parrocchiale annesso, con i costumi attestanti il modo di vestire dei corsi del Collo-piano, prima dello sbarco sardopiemontese. A cinque metri dalla casa parrocchiale, a oriente, vi è la Piazzetta Sulis, su cui affaccia la casa dove morì il grande tribuno sardo. Proseguendo per via Regina Margherita si accede all’ex-Quartiere dell’Artiglieria, dove è oggi ospitata la Biblioteca comunale, che conserva le sceneggiature più significative del Premio “Solinas” (voluto principalmente da Gian Maria Volonté, la cui tomba è oggi meta di pellegrinaggio nel cimitero locale). In biblioteca sono sistemate le telecamere di ripresa per le lezioni in videoconferenza con la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari. Dalla Biblioteca, a nord-ovest si può osservare l’ex-Forte Comando di Sant’Andrea, dove sventolava la bandiera di combattimento del 1793. Attraverso via XX Settembre, Piazza Garibaldi e Via Garibaldi, dove il transito automobilistico è bandito da sempre, si giunge in Piazza Umberto I (o del Comando) dove si possono ammirare i busti in bronzo del Maggior Leggero e di Anita Garibaldi e l’altro troncone del porto turistico di Cala Renella (erroneamente in cartello Cala Mangiavolpe) e i grandi palazzi del Comando militare. Da Piazza Umberto I per Via Principe Amedeo o anche per Via Mirabello ci si può immettere nella Strada panoramica, dove si può visitare il Museo Navale “Nino Lamboglia”e ammirare i reperti della nave romana di Spargi, del 200 a. C. A La Maddalena vi sono scuole elementari e medie (con servizio trasporto scuolabus), medie superiori (Liceo Classico, Scientifico, Linguistico, Sociopsico-pedagogico, Tecnico Nautico), Facoltà di Giurisprudenza in teleconferenza con l’Università di Sassari, l’UTE, la Biblioteca Comunale, il Museo navale, la Casa Museo di Garibaldi a Caprera, il Museo mineralogico di Stagnali, il Centro Avvistamento e Studio Delfini. Dal punto di vista dell’assistenza sociale il Comune dispone di asilo nido, mensa civica, comunità alloggio, centro di aggregazione sociale, assistenza domiciliare, inserimento civico, assistenza scolastica agli alunni portatori di handicap. Si registra la presenza di un ambulatorio CIM. Vi è un Ospedale con camera iperbarica e dialisi. Vi sono poi, da Abbatoggia a Porto Massimo, alla Ricciolina, a Padule, a Nido d’Aquila, a via Magnaghi, a Villa Bianca, una serie di alberghi, campeggi, ristoranti, pizzerie, bar di prestigio, enoteche. A Caprera vi è un agriturismo. A La Maddalena, in via Agostino Millelire, vi è una Pretura storica; nel centro storico vi sono tre banche, due uffici postali, alcune agenzie di viaggio e tre società di navigazione per i collegamenti ogni 15 minuti con il porto di Palau.

