Area archeologia Santa FiliticaCome arrivare Si imbocca la SS 200 (Sassari-Santa Teresa Gallura) sino a Sorso. Da qui si imbocca la SP 130 verso il mare. La località Santa Filitica è nel territorio comunale di Sorso, a pochi m dal mare, sulla linea di costa tra i fiumi Silis e Pedras de Fogu. Il toponimo della zona, nota come Santa Filitica, fa riferimento alle sante martiri africane Felicita e Perpetua, il cui culto è poco attestato in Sardegna.
Descrizione Il complesso è costituito da ambienti di una villa romano-imperiale, che rappresenterebbero la prima fase dell'impianto, da un edificio cruciforme riutilizzato come luogo di culto cristiano e da due distinti abitati rustici di età vandalica e bizantina. Nella villa romana gli scavi archeologici hanno, per ora, messo in luce una cisterna ed alcuni ambienti, tra cui un grande vano rettangolare con pavimento decorato a mosaico (datato tra il III ed il IV secolo d.C.), collegato ad ambienti minori e ad una vasca di forma esagonale, probabilmente pertinenti ad un impianto termale. Il rinvenimento di parti di lucerne e ceramiche, che recano impressi simboli cristiani, quali croci e crismon (V-VII secolo), e la trasformazione di alcuni ambienti della villa in luogo di culto testimoniano l'affermazione del cristianesimo. Infatti, ad E del vano mosaicato si trova un piccolo edificio a pianta cruciforme absidata, orientato a S e con ingresso a N, conservato per buona parte dell'elevato, fino ai primi corsi della volta dell'abside. La struttura doveva far parte dell'impianto termale della villa romana, vista la presenza di una vasca con "suspensurae" ed intercapedini parietali per la circolazione dell'aria calda nel braccio E. Non è, tuttavia, ancora chiaro se l'abside ed il braccio N facessero parte dell'impianto originario o siano stati aggiunti successivamente. È probabile che, quando l'edificio cessò di funzionare come impianto termale, sia stato trasformato in luogo di culto cristiano, a servizio degli abitanti del piccolo insediamento. L'abbandono dell'edificio è databile tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo, quando il piano di calpestio dell'area fu rialzato da sabbie alluvionali. Su questo livello si imposta un nuovo insediamento, costituito da case in muratura a secco, a schiera su quattro lati intorno all'edificio cruciforme, che in questa fase viene utilizzato come luogo di sepoltura. All'ultimo periodo di vita del villaggio bizantino è pertinente una bolla in piombo del papa Nicolò I (858-867), rinvenuta nel braccio N dell'edificio cruciforme, in uno strato appartenente all'ultima fase funeraria del luogo. L'insediamento restò attivo sino alla piena età bizantina, come testimoniano i reperti, che rimandano a relazioni con l'Africa, con l'Oriente e con l'Italia settentrionale. Sono, inoltre, documentate attività artigianali legate ai bisogni della comunità, quali la tessitura, la produzione di ceramiche d'uso comune e di manufatti in osso.
Storia degli scavi L'inizio delle indagini archeologiche risale al 1980. Dal 1982 al 1989 si sono susseguite brevi campagne di scavo a cadenza annuale. Le ricerche sono riprese nel 1997.
Nuova campagna di scavi a Santa Filitica:
gli archeologi riprendono le ricerche nel Villaggio Bizantino.
L'Amministrazione comunale di Sorso collabora con l'Università di Sassari e la Soprintendenza per i beni archeologici per le provincie di Sassari e Nuoro alla realizzazione del nuovo progetto di ricerca nell’insediamento romano-altomedievale di Santa Filitica, con il duplice obiettivo di implementare le conoscenze sulla storia del sito e di promuoverne la valorizzazione nell’ambito di un circuito turistico-archeologico più ampio, in quanto parte di un contesto territoriale che vanta la presenza di altri rilevanti evidenze archeologiche: Serra Niedda per la protostoria e Geridu per il Medioevo. Il complesso romano e alto-medievale di Santa Filitica è ubicato a Sorso, a pochi metri dal mare, lungo la linea di costa tra Porto Torres e Castelsardo e più precisamente tra le località Marritza e Lu Bagnu. Le precedenti campagne di scavi, condotte tra il 1982 e il 2004, hanno evidenziato un insediamento pluristratificato, costituito dai resti di una villa di età romana imperiale, di un abitato di fine V-VI secolo e di un villaggio di età bizantina, che interessano complessivamente un arco cronologico piuttosto ampio, compreso almeno tra il III e il IX secolo. Questa nuova campagna di scavi è volta a riprendere le indagini a partire dal villaggio bizantino, di cui è già stata rilevata una serie di strutture, per verificarne l’estensione e per procedere in seguito a mettere ulteriormente in luce l’impianto originario della villa. «A distanza di dieci anni dall'ultima campagna di scavi, ritorniamo in questo luogo che ci è tanto caro». Racconta la dott.ssa Elisabetta Garau, archeologa e docente dell'Università degli Studi di Sassari. «L’iniziativa nasce da uno sforzo congiunto tra l’Università degli Studi di Sassari e la Soprintendenza per i beni archeologici, il Comune di Sorso e il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna. Il progetto si prefigge la ricostruzione delle varie fasi del contesto insediativo e la valorizzazione e fruizione dello stesso. Intendiamo seguire un percorso multidisciplinare che preveda il coinvolgimento e la stretta collaborazione di specialisti diversi. In tal senso abbiamo previsto uno scavo archeologico, rivolto agli studenti dei corsi di laurea triennale in Scienze dei Beni culturali e magistrale in Archeologia, per il quale è stata affidata la concessione biennale (anni 2014-2015), rinnovabile, al Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, dell’Università degli Studi di Sassari, da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Le ricerche coinvolgono altresì specializzandi, assegnisti e dottorandi di ricerca dell’Università degli Studi di Sassari e di Madrid. La strategia d’intervento è volta innanzitutto a riprendere le indagini nelle aree 2000 e 5000 per verificare l’estensione del villaggio bizantino, proseguire quindi con lo studio archeologico e archeometrico dei materiali, valorizzare e divulgare i risultati delle indagini. Rispetto a questi obiettivi le ricerche sono inquadrabili nella prospettiva di un piano pluriennale. Ad oggi,abbiamo previsto un primo intervento e una successiva ripresa nel 2015.»«L'Amministrazione Comunale condivide e promuove il progetto, ritenendo che sia non solo opportuno, ma necessario investire sulla salvaguardia del nostro patrimonio storico-archeologico. » Spiega il sindaco, Dott. Giuseppe Morghen «La ripresa degli scavi nel sito di Santa Filitica è un'importante manifestazione di interesse e di valorizzazione del nostro territorio, che si configura così nelle sue sfaccettate valenze, come luogo dalle molteplici potenzialità. L'impegno dell'Amministrazione è volto a sostenere l'iniziativa, offrendo l'ausilio della struttura per la parte logistica, in questa prima fase di avvio dei lavori. Auspichiamo di poter continuare su questa linea, affinché il sito venga restituito al territorio e alla comunità, valorizzato in tutta la sua complessità.»
«E' intento dell'Amministrazione valorizzare i siti di interesse culturale, di cui il nostro territorio è ricco. La collaborazione con l'Università degli Studi di Sassari e la Soprintendenza per i beni archeologici è un passo importante per raggiungere tale obiettivo.» sottolinea l'Assessore alle Cultura e al Turismo, Dott. Angelo Spanu «Nello specifico, in questa prima fase, abbiamo dato all'equipe della dott.ssa Garau il nostro supporto logistico, collocando un serbatoio e approvvigionandolo con acqua potabile e provvedendo allo smaltimento della terra di riporto dello scavo.»
La campagna di scavi proseguirà nel 2015, seguendo il progetto biennale di ricerca e indagine nel sito di Santa Filitica.