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Tiscali Il Villaggio Nuragico :: Sardegna da Scoprire, Villaggio Nuragico di Dorgali famoso in tutto il mondo

Cultura Sarda > Monumenti in Sardegna
Villaggio di Tiscali
I Nuraghi

Dell'ottica protosarda che si fonda sul costruire "in rotondo" (ottica "barcarica" nel senso che non è "classica", il "classico" va sull'ortogonale), il nuraghe è la forma esemplare, la più vistosa, la veramente architettata. Il paesaggio sardo colpisce a prima vista per la pleiade di volumi fisici rotondi che si succedono in continuità insistenti, martellanti tanto da fissarsi nell'occhio e nella mente dei visitatori come elemento assolutamente caratteristico di una terra e d'una civiltà straordinarie, dall'apparenza mitica, come una sorta di simbolo e di bandiera di un popolo. Questi volumi rotondi sono i volumi dei nuraghi.

E i nuraghi significano fascino di Sardegna,
oltre la natura vergine e sconfinata,
oltre il mare.

Già il fatto che se ne abbiano circa settemila (senza contare quelli distrutti) desta maggiore sorpresa. E' un qualcosa per parecchi versi ancora misterioso o difficilmente esplicabile, questo pullulare di torri in ogni parte dell'isola, dalle coste alla montagna, in climi, morfologie, suoli ed economie diversi; questo adattarsi di una forma costruttiva rimasta nel nucleo simile a se stessa, a tanta varietà di contorno naturale e di uomini, e per lungo tempo. Evidentemente, una volta maturato, lo standard resse alla prova risultando perfettamente funzionale ai luoghi e ai bisogni differenziati dei territori e alle  stesse vicende storiche. Il fattore economico e le realtà fisiche più o meno produttive hanno determinato la diffusione qua più fitta (o fittissima), qua meno dei nuraghi. Hanno influito anche la disponibilità e la qualità del materiale da costruzione (più numerosi gli edifici dove la roccia offre blocchi a spigolo facili a collocarsi a secco, in numero minore dove il masso si stacca in elementi arrotondati meno idonei a fare muro). Rari i nuraghi nelle zone alluvionali di pianura, prive di materiale litico. Uno studio sui fattori geografici della distribuzione di 768 torri in circa 3963 kmq della Sardegna nord-occidentale porta la densità di un nuraghe ogni 4,81 kmq. Ma vi sono densità che superano un nuraghe per kmq, come nei comuni di Siddi, nella ferace regione della Marmilla.
Il popolo chiama nuraghe ogni grosso accumulo di ruderi in grandi pietre, riferendosi perciò non tanto a una forma costruttiva determinata quanto invece a un aspetto vistoso di rovina megalitica. Di fatto il radicale nur di nuraghe si collega con la denominazione nurra che vuol dire "mucchio", "accumulo" e anche il suo rovescio "cavità", "calanca". Il doppio senso di nurra ha spinto taluno ad applicarlo pure alla forma originaria del nuraghe che, in verità, nelle strutture più grezze altro non sembra che una costruzione venuta su per "accumulo" di grosse pietre, mentre nell'interno a a camera cupolata offre l'immagine come di una grotta, appunto "cavità".

di Giovanni Lilliu
"Sardegna nuragica"
Paesaggio a Tiscali
La Redazione Consiglia


Titolo:   Sardegna nuragica


Editore: Edizioni Il Maestrale
Data di pubblicazione: 2006
Collana: Appunti di archeologia
Tipologia: monografie - saggi
Argomento: Archeologia
Lingua: italiano
Abstract: "Alla metà del secolo XVI Sigismondo Arquer, in Sardiniae brevis historia et descriptio, tabula chorographica insulae ac metropolis illustrata (Cosmographia Universalis di S. Münster), tra le curiosità della Sardegna, descrive, per primi, i nuraghi. Antichissime rovine – egli dice – costruite a somiglianza di torri rotonde, ristrette in alto, fatte di grossissimi sassi, presentano porte strettissime e, dentro lo spessore del muro, scale che portano alla sommità. Le rovine che gli abitanti dell’isola chiamano nuraghos, a forma di fortezza sono forse resti delle opere di Norax, il dux venuto in Sardegna con gli Iberi-Hispani [...]".
Descrizione: Con questo breve testo, ricco di illustrazioni, Giovanni Lilliu ripercorre le tappe evolutive fondamentali della civiltà nuragica. Il mondo dei nuraghi - presentato nelle forme di insediamento nel territorio, nei caratteri propri dell'architettura, dell'arte, della religione, dell'economia, del comportamento sociale - si rivela quanto mai ricco, dinamico e articolato nello spazio e nel tempo. Un nitido, vivace affresco dunque, con cui il celebre archeologo rende ancora una volta omaggio al popolo che diede vita "ai grandi monumenti di pietra in un'isola di pietra". Il volume contiene, una guida ai più importanti siti archeologici dell'isola e un piccolo glossario.
Note: Concu Ciulio (guida ai siti), Mele Nino (progetto grafico e impaginazione), Sotgiu Paola (cura editoriale)

Tiscali
Villaggio Nuragico (Dorgali)

Il villaggio nuragico è meta prediletta degli escursionisti, oltre che degli apassionati di archeologia. E' stato costruito infatti all'interno di una vasta dolina di origine carsica sulla cima del monte Tiscali (m 515), lungo il confine tra il territorio di Oliena e quello di Dorgali. I sentieri che consentono di raggiungerlo sono molto affascinanti perchè penetrano nel cuore del Supramonte fra boschi di leccio e corbezzolo: un territorio selvaggio dove la natura si conserva intatta da millenni. E proprio l'asprezza dei monti carsici ha preservato il sito per secoli.

Così sulle sue origini regna il mistero.
Ritrovamenti riferibili all'età medioevale dimostrano la lunga frequentazione della dolina. Probabilmente le popolazioni nuragiche la utilizzarono come rigugio per sfuggire alle persecuzioni dei romani, presenti con accampamenti e guarnigioni nella sottostante valle di Lanaitto, e si suppone infatti che il villaggio sia stato costruito all'epoca della conquista romana dell'isola. L'ingresso alla dolina è difficile da individuare e per questo il luogo ha conservato intatto il fascino imperscrutabile e il silenzio di un ambiente misterioso. Le capanne del villaggio di pietra e fango, circa 40, sono state edificate a ridosso delle pareti della dolina. Sono in gran parte crollate, ma si possono notare ancora le fondamenta e si può senza dubbio affermare che la tecnica costruttiva con cui furono realizzate è diversa da quella utilizzata per gli altri villaggi nuragici. Le capanne ad uso abitativo si trovano nel lato est; solo una di esse conserva in parte la piccola cupola e l'ingresso con un piccolo architrave di ginepro. Nella zona della dolina, in direzione nord-est un ampio foro consentiva l'uscita del fumo del villaggio ed era un ottimo punto di vedetta sulla valle circostante. Le capanne del lato ovest erano probabilmente utilizzate come magazzini e dispense per il cibo. All'interno della dolina resiste un microclima che ha consentito la crescita di un ambiente vegetale unico, con giganteschi alberi di lentisco e di terebinto, normalmente classificati come specie arbustive della macchia mediterranea.
Come si arriva: Per giungere al sito archeologico è bene farsi accompagnare dalle guide locali, poiché è necessario seguire uno dei sentieri tra il Supramonte di Oliena e quello di Dorgali, non molto semplici da individuare. I sentieri sono percorribili in circa 1h30, ma richiedono buon allenamento e senso dell'orientamento. L'ingresso è a pagamento.

a cura di
Giulio Concu

Villaggio Tiscali
Località Tiscali
Villaggio Tiscali
Villaggio di Tiscali (Dorgali)

Il villaggio è suggestivamente collocato tra macchioni di cisto, lecci e terebinti, in una dolina creatasi per sprofondamento tettonico nel cuore del Monte Tiscali, nel Supramonte di Oliena.
Descrizione L'area, che mostra oggi i segni del degrado, presenta due agglomerati di capanne di diversa planimetria, dimensione e funzione. Il primo agglomerato, formato da una quarantina di capanne, è situato nel settore N della cavità, in forte pendio: non è improbabile, dunque, che le strutture sorgessero su terrazzamenti artificiali. Le capanne, di dimensioni contenute, sono a pianta circolare e ovale allungata. I muri si conservano per notevole altezza e sono poco spessi (m 0,55), costruiti con rozze pietre di piccole dimensioni poste in opera in modo irregolare con l'uso di abbondante malta di fango. Una delle abitazioni, ben conservata fino a qualche anno fa (diametro esterno m 5,30, diametro interno m 4,72; altezza m 4,50), presenta pareti sottili in forte aggetto che in origine dovevano sostenere una copertura straminea a scudo con travetti radiali. Si accede all'interno dell'ambiente mediante un ampio ingresso (larghezza m 1,19; altezza m 1,20) che conserva ancora in posizione originale l'architrave in legno di terebinto. L'ambiente risulta ampliato da alcuni vani sussidiari: una piccola nicchia e degli stipetti. Il secondo villaggio, situato sul lato S/O, è composto da circa trenta capanne. Fatta eccezione per una costruzione, queste strutture nella maggior parte dei casi addossate alla parete della dolina presentano pianta rettangolare o quadrangolare e sono decisamente più piccole di quelle edificate nel versante N. Forse utilizzate come magazzini per provviste e come rifugi per animali, si ritiene possano avere avuto una copertura originaria lignea ad unico spiovente. Dal villaggio provengono scarse ceramiche nuragiche, alcune decorate a cerchielli (IX-VIII sec. a.C.) ed altre di età romana.
Storia degli scavi Fu descritto per la prima volta nel 1910 da Ettore Pais e, con maggiore dettaglio, nel 1927 da Antonio Taramelli; entrambi gli studiosi ebbero modo di osservare le strutture delle capanne ancora pressoché intatte. Una breve campagna di scavo è stata condotta dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro nel 2000.




Area di Tiscali

Il villaggio è collocato tra macchioni di cisto, lecci e terebinti, in una dolina creatasi per sprofondamento tettonico nel cuore del Monte Tiscali, nel Supramonte di Oliena. L'area presenta due agglomerati di capanne di diversa planimetria, dimensione e funzione. Il primo è formato da una quarantina di capanne e si trova nel settore N della cavità. Il secondo villaggio, situato sul lato S/O, è composto da circa trenta capanne.
Informazioni
Esiste un servizio di visite guidate. A Dorgali è possibile visitare altri tre siti archeologici (Serra Orrios, nuraghe Mannu, nuraghe Arvu) e il Civico Museo Archeologico.
Gestione: Coop Grivine del G.r.a., via Lamarmora 69, Dorgali
Orario: maggio-settembre 9.00-19.00;
ottobre-aprile 9.00-17.00
Biglietto: : € 5,00 (intero), € 2,00 (ridotto, tranne alta stagione): studenti universitari in materie attinenti l'archeologia, speleologia muniti di libretto personale di studio, bambini tra i 4 e i 12 anni, scolaresche, over 65.
La visita ai siti consente l'ingresso e la visita guidata al Museo Archeologico con la tariffa aggiuntiva di € 1,00.



Complesso di Serra Orrios (Dorgali)

Come arrivare
Da Nuoro si imbocca la SS 129 e si procede in direzione di Orosei. Dopo 19 km si svolta per Dorgali e si prosegue per altri 3 km, sino ad incontrare, sulla s., l'area di sosta con biglietteria (segnalata da un cartello turistico) e l'ingresso del viottolo che conduce, dopo circa 600 m, al villaggio nuragico. L'area archeologica è situata su una base basaltica dell'altopiano del Gollei, nelle Baronie, regione della costa E dell'isola.
Descrizione
Il complesso, uno dei più importanti e meglio conservati della Sardegna nuragica, comprende un villaggio-santuario con circa cento capanne, due tempietti con annessi recinti e due sepolture megalitiche. Il villaggio è costituito da capanne isolate e da aggregati di capanne gravitanti su spazi centrali. Si contano sei raggruppamenti, alcuni dotati di pozzi-cisterna e pozzetti raccordati a condotte per l'acqua. Le capanne, circolari, sono realizzate a secco con filari irregolari di pietre di basalto appena sbozzato. Una di queste costituisce la "capanna delle riunioni". Ha pianta leggermente schiacciata (m 6,80 x 7,00) ed è preceduta da un vestibolo delimitato da due muri ricurvi costruiti con lastroni ortostatici. All'esterno dello stipite d. è presente una pietra con cavità emisferica (largh. m 0,40). L'ingresso, volto a N/E, è fornito di pietra di soglia (larghezza m 0,96; prof. m 1,98-1,30; alt. m 2,00); la camera è costruita con grandi ortostati sormontati da filari di pietre appena sbozzate. Un sedile-bancone corre lungo il perimetro murario (prof. m 0,62/0,70; alt. m 0,26). Due edifici sacri, del tipo in "antis" o a "megaron", caratterizzano l'abitato come villaggio-santuario. Il primo sacello, distanziato dal villaggio, è costruito all'interno di un grande recinto ellittico (m 50,20 x 42,50) probabilmente destinato ad ospitare i pellegrini, ma anche attività di mercato, gare e giochi, durante le solennità religiose. Un alto ingresso architravato (largh. m 0,80), preceduto da un vestibolo delimitato da due muri ricurvi (prof. m 6,00; largh. m 4,20/3,00), consente di penetrarvi. All'interno del recinto, a destra dell'ingresso, si trova il sacello rettangolare (lungh. m 8,36; largh. m 4,56/4,40), di cui resta solo la base, con ingresso strombato a E-S/E (largh. m 1,40/0,70); è preceduto da un piccolo vestibolo quadrangolare creato dal prolungamento dei muri laterali (lungh. m 1,24-1,26) e fornito di bancone-sedile. I muri laterali si prolungano anche nella parete di retrospetto (lungh. m 0,75-0,70). La camera interna, quadrangolare (prof. m 4,18; largh. m 2,50/2,64; alt. residua m 0,80), conserva ancora il bancone-sedile alla base delle pareti (largh. m 0,70-0,44) e un focolare al centro del pavimento. Il secondo sacello, di maggiori dimensioni e ben conservato, è edificato all'interno di un recinto più piccolo al margine S/E del villaggio. Davanti all'ingresso del recinto si apre un ampio spazio sgombro di capanne (m 30 x 15) che sembra formare una vera e propria "via sacra". Il recinto, di forma rettangolare irregolare (m 19 x 12), presenta, davanti al tempietto, una sorta di patio con ingresso (largh. m 1,60) ad un piccolo vano semicircolare (m 4,80 x 3,20) con pavimento ribassato scavato nella roccia naturale, forse destinato alla raccolta dell'acqua. Il vano è accessibile dall'esterno attraverso un secondo ingresso (largh. m 0,80; alt. m 1,10) che si apre a N/E. La parete sud del cortile, curvilinea, avvolge il vano delimitando una sorta di corridoio (largh. m 2,00-0,98). Il sacello è costruito con filari regolari di massi basaltici sbozzati. È rettangolare (lungh. m 10,20; largh. m 5,26/4,50; alt. residua m 2,10/1,70) e volge a S/E; presenta la parete di retroprospetto ad emiciclo (corda m 3,20; freccia m 1,70). La cella è preceduta da un vestibolo creato dal prolungamento dei muri laterali (largh. m 2,00; prof. m 1,60) e fornito di bancone-sedile. Dal vestibolo, un ingresso architravato (largh. m 0,74; prof. m 1,00) forse di restauro porta alla camera trapezoidale (lungh. m 5,10; largh. m 2,68-2,32) con bancone-sedile (prof. m 0,38/0,41; alt. m 0,42/0,36) e pavimento lastricato.
Come attestano i dati di scavo, il villaggio-santuario fu frequentato dalla fine del Bronzo antico, per tutto il Bronzo medio e, con maggiore intensità, nel Bronzo recente e finale.
Storia degli scavi L'area fu scavata nel 1936-1938 da Doro Levi. Nel 1961 Guglielmo Maetzke diresse dei lavori di restauro. Dal 1986 sono in atto lavori di sistemazione a cura di Maria Ausilia Fadda.

Area di Serra Orrios (Dorgali)

L'area archeologica è situata su una base basaltica dell'altopiano del Gollei, nelle Baronie, regione della costa E dell'isola. Il complesso, uno dei più importanti e meglio conservati della Sardegna nuragica, comprende un villaggio-santuario con circa cento capanne, due tempietti con annessi recinti e due sepolture megalitiche.
Informazioni
Esiste un servizio di visite guidate. A Dorgali è possibile visitare altri tre siti archeologici (Tiscali, nuraghe Mannu, nuraghe Arvu) e il Civico Museo Archeologico.
Gestione: Coop Grivine del G.r.a., via Lamarmora 69, Dorgali.

Orario: Aprile-Giugno 9.00/12.00 e 14.00-17.00
Luglio-Agosto 9.00-12.00 e 16.00-18.00
Settembre 9.00-12.00 e 15.00-17.00
Ottobre-Marzo 9.00-12.00 e 14.00-16.00
Biglietto: € 5,00 (intero), € 2,50 (ridotto, tranne alta stagione): studenti universitari in materie attinenti l'archeologia, speleologia muniti di libretto personale di studio, bambini tra i 4 e i 12 anni, scolaresche, over 65.
Tariffa speciale Serra Orrios € 4,00 per gruppi minimo di 20 persone.
La visita ai siti consente l'ingresso e la visita guidata al Museo Archeologico con la tariffa aggiuntiva di € 1,00.
Gli orari del museo Archeologico sono: tutti i giorni 9.30-13.00 ; 15,30-18.00  biglietto intero € 3.00 – biglietto ridotto € 1,50


Ecco alcune Aziende che offrono:  
Turismo Rurale, Visite Guidate,  Escursioni e Trekking,  
Pranzo col Pastore in queste Località.

"Cuile Mula Escursioni" Pranzo dal Pastore
Turismo rurale “pranzo dal pastore”, a Dorgali, in località Oddoene, nella vallata di Gorropu e Tiscali, in un antico cuile (pinnettu), offriamo ristoro ai turisti che accompagniamo nelle varie escursioni sia a piedi sia a cavallo.

"Sardegna Nascosta"
Il Centro Escursioni Sardegna Nascosta nasce da un'idea di Fabrizio Caggiari, dopo aver lavorato per anni come guida ambientale escursionistica. Grazie all'utilizzo di nuovissimi fuoristrada, diamo la possibilità ai nostri ospiti di visitare zone particolari e nascoste della Sardegna. Con i trekking a piedi, diamo la possibilità di trascorrere bellissime giornate in un mondo incontaminato come il Supramonte e il Gennargentu, con mufloni, cinghiali, aquile e falchi. I pranzi all'aperto, rappresentano tappe pregiate, quasi obbligatorie, dei nostri pacchetti turistici, in un tour che non potrà essere dimenticato. Con il supporto di canoe a uno o due posti, diamo la possibilità di visitare angoli belli e incontaminati come il Lago artificiale Cedrino. Una terra antica come la Sardegna, offre possibilità di svago e divertimento anche agli amanti della speleologia. Il bianco calcare del Supramonte, eroso e modellato nei secoli dall'acqua piovana, è stato "forgiato" in forme e dimensioni veramente uniche e singolari e dipinto con mille colori.


Complesso dell'Arvu (Dorgali)

Come arrivare
Da Nuoro si imbocca la SS 129 e si procede fino al bivio per la SP 38, che dovrà essere percorsa tutta fino all'incrocio con la SS 125, in direzione di Dorgali. Si arriva al paese e si prende la SS 125 "Orientale Sarda" fino al bivio per Cala Gonone. Si prosegue in quella direzione e poco prima del centro abitato, all'altezza di un distributore di carburante, si svolta a s., risalendo la collina dove sorge un quartiere moderno; alla fine della strada si svolta a d. e si prosegue per un breve tratto sino ad incontrare, a s., un sentiero in salita con cartello turistico che segnala il villaggio nuragico. Si lascia l'auto e si prosegue a piedi lungo il sentiero sino quasi a raggiungerne la fine: i resti delle capanne del villaggio si trovano a d. tra la fitta macchia mediterranea.
Il villaggio è localizzato alle pendici S/E del Monte Bardia, non lontano dalla costa, al centro del golfo di Orosei, nella Sardegna orientale.
Descrizione L'abitato nuragico comprende un centinaio di capanne circolari distribuite senza un ordine apparente a distanza regolare l'una dall'altra. È costruito con filari regolari di blocchi di calcare; i rari blocchi di trachite provengono probabilmente dal vicino Monte Imberi. Le capanne, circolari (diametro m 6/7), sono per la maggior parte allo stato attuale ricoperte dai crolli e invase dalla fitta macchia mediterranea.
I dati di scavo pubblicati dal Taramelli consentono - in attesa di altre informazioni - di risalire allo stato originario degli edifici. Tre delle capanne indagate (diametro m 3,20-3,80) presentano murature di notevole spessore (m 1,20) rincalzate con zeppe, in forte aggetto. Si accedeva ai vani interni mediante un ingresso rivolto a S e strombato verso l'interno. Uno degli ambienti presentava lungo il perimetro murario un bancone sedile (profondità m 0,40) interrotto nel tratto opposto all'ingresso da un focolare delimitato da pietre. Analogo focolare poteva essere realizzato al centro del vano. Sulle pareti, inoltre, erano risparmiati stipetti e piccole nicchie. Un edificio di maggiori dimensioni (diametro m 6,50) è stato interpretato dal Taramelli come "capanna delle riunioni": si tratta di una costruzione circolare con ampio ingresso strombato (larghezza m 1-1,50) che immette in un vano con doppio sedile e tre nicchie alle pareti. Un grande focolare circolare (diametro m 1,35) delimitato da lastre a coltello è realizzato in prossimità dell'ingresso. Alcune capanne di pianta rettangolare (m 3 x 2,20) con ingresso sul lato breve e pareti realizzate con pietre di piccole dimensioni legate con malta di fango testimoniano la frequentazione dell'abitato ancora in epoca romana.
Storia degli scavi Il sito è stato scavato dal Taramelli nel 1927.  



Area dell'Arvu
Il villaggio è localizzato alle pendici S/E del Monte Bardia, non lontano dalla costa, al centro del golfo di Orosei, nella Sardegna orientale. L'abitato nuragico comprende un centinaio di capanne circolari distribuite senza un ordine apparente a distanza regolare l'una dall'altra.
Informazioni Esiste un servizio di visite guidate. A Dorgali è possibile visitare altri tre siti archeologici (Tiscali, Serra Orrios, nuraghe Mannu) e il Civico Museo Archeologico. Gestione: Coop Grivine del G.r.a., via Montebello 5, Dorgali
Orario: estivo aprile-maggio 9,00-11,00 e 17,00-19,00, giugno-agosto 9,00-11,00 e 17,00-20,00, settembre 9,00-11,00 e 16,00-18,00; invernale: marzo 9,00-11,00 e 15,00/17,00
Biglietto: € 1,50




Il Museo Archeologico di  Dorgali

Informazioni
Indirizzo: via A. Lamarmora - 08022 Dorgali
tel. 349 4425552 - 338 8341618
Ente titolare: Comune di Dorgali
Gestione: Cooperativa Ghivine del Gra, via Lamarmora, 69 - 08022 Dorgali

Gli orari del museo Archeologico sono: tutti i giorni 9.30-13.00 ; 15,30-18.00  
Biglietto: intero € 3.00 – biglietto ridotto* € 1,50.

*Ridotto: per persone dai 6 ai 12 anni, oltre 65 anni, gruppi organizzati di almeno 20 persone); possibilità di biglietti cumulativi con visita a siti archeologici del territorio. Esenzione per bambini sotto i 6 anni, diversamente abili e loro accompagnatori, insegnanti accompagnatori di scolaresche nel numero massimo di 1 ogni 10 alunni, 1 gratuità ogni 20 persone per gruppi che non godono di altre riduzioni.

Il museo
Il Museo è dedicato alle testimonianze archeologiche provenienti da varie località del territorio dorgalese. Gli insediamenti più antichi, risalenti al III millennio a.C., sono rappresentati da utensili in ossidiana e selce.
Molto importanti per la storia di questo territorio sono i materiali del villaggio nuragico di Serra Orrios con i tempietti "a megaron": matrici di fusione in steatite per la forgiatura di punte di lancia in bronzo, lucerne, pintadere e vasi in terracotta. Altri siti contribuiscono a delineare il quadro di vita materiale della civiltà nuragica attraverso l'esposizione di ceramiche, monili in bronzo e in pasta vitrea, panelle di rame. Anche le grotte del Dorgalese hanno restituito tracce di antica frequentazione umana, come testimoniano i monili d'argento, di pasta vitrea e bronzo di età fenicia, ritrovati a più di 100 metri di profondità nell'abisso delle Vergini della grotta di Ispinigoli. Di particolare interesse sono i ritrovamenti subacquei lungo il litorale molto frequentato dalle navi romane, tra cui anfore, ancore in piombo, elementi di fasciame di nave, lingotti di piombo. Sempre all'età romana rimanda la copia del diploma bronzeo del mercenario sardo Tunila che combatté sotto le insegne dell'esercito imperiale. L'età medioevale è anch'essa rappresentata da alcuni reperti. Il museo offre una rappresentazione chiara della storia antica della Sardegna e in particolare del territorio di Dorgali. Il pezzo forte è la collezione di monete.

Servizi È necessario prenotare le visite fuori orario. Esiste un servizio di visita guidata gratuita.
Si distribuiscono dépliants illustrativi. È aperto un bookshop.
Non esistono barriere architettoniche.


 

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