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Bortigali :: è un paese situato ai piedi dell'altopiano di Campeda nel nuorese. La zona è particolarmente ricca di testimonianze archeologiche fra le quali nuraghi, domus de janas e dolmen. - Le Vie della Sardegna :: Partendo da Sassari Turismo, Notizie Storiche e Attuali sulla Sardegna, Sagre Paesane e Manifestazioni Religiose, Cultura e Cucina Tipica Sarda, Monumenti da visitare, Spiagge e Montagne dell'Isola. Turismo in Sardegna, itinerari enogastrononici e culturali, suggerimenti su B&B, Agriturismi, Hotel, Residence, Produttori Prodotti Tipici, presenti nel territorio. Informazioni e itinerari su dove andare, cosa vedere, dove mangiare, dove dormire sul Portale Sardo delle Vacanze e dell'Informazione. Sardegna Turismo dove andare e come arrivare, tutte le notizie che vuoi conoscere sull'Isola più bella del Mediterraneo. Scopri sul Portale Le Vie della sardegna le più belle località turistiche dell'Isola e la loro storia, i personaggi illustri e di cultura nati in terra Sarda.

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Bortigali :: è un paese situato ai piedi dell'altopiano di Campeda nel nuorese. La zona è particolarmente ricca di testimonianze archeologiche fra le quali nuraghi, domus de janas e dolmen.

Località > Nuoro
Bortigali il paese ai piedi della Catena del Marghine. Primavera nel Marghine a Bortigali.
Bortigali
Bortigali è un paese situato ai piedi dell'altopiano di Campeda nel nuorese. La zona è particolarmente ricca di testimonianze archeologiche fra le quali nuraghi, domus de janas e dolmen. Nel centro abitato sono numerose le chiese secolari. Fra le feste caratteristiche spicca quella dedicata a Santa Maria 'e Sauccu che si svolge nell'omonima località.

Abitanti: 1.654
Superficie: kmq 67,34
Municipio: via Umberto I, 6 - tel. 0785 80530
Cap: 08012
Guardia Medica: Silanus - tel. 079 950613
Polizia Municipale: via Umberto I, 6 - tel. 0785 80530
Biblioteca: via XX Settembre, 14 - tel. 0785 80171
Ufficio postale: via V. Emanuele III, 74 - tel. 0785 80186
Bortigali abito tradizionale con colori
Sa Tuva e sullo sfondo, la chiesa di Santa Maria degli Angeli
Testi di Salvatore Sechi


Bortigali è adagiato sui fianchi della collina Cuccuru ’e Monte, ai piedi della montagna Santu Padre, una delle vette più alte della catena del Marghine (circa 1050 m), che delimita a nord l’omonimo altipiano di origine vulcanica. Da Bortigali dipende la piccola frazione di Mulargia, situata nelle vicinanze di un suggestivo bosco di querce. Il territorio, che si estende sino ai confini delle campagne di Bolotana, Bonorva, Birori, Borore, Macomer e Silanus, è attraversato a sud dal Murtazzòlu, importante affluente del Tirso. Dal monte Santu Padre sgorga una sorgente di acqua potabile, Manigos, il cui acquedotto rifornisce anche alcuni paesi vicini e forma il ruscello omonimo. Sull’origine del toponimo Bortigali non esistono interpretazioni univoche. Nel Condaghe di San Nicolò di Trullas il paese è indicato con il nome di Ortucàle, che deriverebbe dal latino hortus (“orto, giardino”). Qualche studioso ritiene che Bortigali possa significare, invece, Bortìgu-hada (“possiede sughero”), in omaggio ai boschi di sugherete che un tempo arricchivano le campagne del paese. Su questo piano, peraltro, esiste anche un’ipotesi etimologica un po’ malevola che fa risalire il nome a Ortiga-hada (“possiede ortica”). Sulle origini del paese non esistono notizie certe.
Il passato Fino a un secolo e mezzo fa Bortigali era uno dei comuni più importanti del Marghine. Nel 1829, secondo il Dizionario del Casalis, aveva una popolazione di tremila abitanti, quasi il doppio di quella attuale, ed era capoluogo di un distretto comprendente Birori, Borore, Dualchi, Lei, Macomer, Mulargia, Noragugume e Silanus. In quel tempo a Bortigali prosperavano l’agricoltura e soprattutto l’allevamento del bestiame. Si potevano contare, infatti, 300 cavalli, 2500 vacche, 20.000 pecore, 700 maiali e 500 capre, oltre a molti asini che rappresentavano il mezzo di trasporto più comune per le classi meno abbienti. La vita pastorale, che contrassegna tutta la storia del paese, era (e in parte lo è ancora oggi) strettamente intrecciata con uno spiccato fideismo religioso testimoniato dall’esistenza, fino a non molto tempo fa, di nove chiese, fra interne e foranee, aperte al culto. Attualmente ne rimangono sei interne (la più importante dedicata a Santa Maria degli Angeli, dove aveva ed ha sede la parrocchia) e un foranea, quella di Santa Maria di Saùccu, la cui sagra si celebra dal 7 al 17 settembre in campagna. Accanto al santuario sorgono i muristenes, le casette rustiche che vengono abitate dai devoti per tutta la durata della festa. Se è vera la tesi di Massimo Pittau, che parte dal sincretismo religioso come costante della storia sarda per sostenere la destinazione dei nuraghi a scopi di culto, Bortigali ne è esempio probante. Il gruppo archeologico del paese, infatti, ha censito finora ben 43 nuraghi nel territorio comunale (i più conosciuti sono quelli di Orolo, Aidu, Muraèlighe, Tusari, Sa Corte), dove si trovano anche domus de janas, e il dolmen di Tuide. Lo stesso gruppo ha inoltre censito nelle abitazioni più antiche circa quaranta architravi di stile aragonese risalenti alla fine del XVI e agli inizi del XVII secolo. Il che lascia intendere che Bortigali ha subìto in modo particolarmente accentuato l’influsso della dominazione spagnola.

Bortigali la chiesa in parte rupestre di Sant Antonio Abate.
Il paese Il paese presenta una struttura urbanistica a labirinto con vie strette e tortuose (compreso il corso principale). Per esigenze di traffico motorizzato, l’abitato ha subìto qualche sventramento, ma alcuni rioni hanno conservato l’assetto originario e danno al visitatore un’impressione di misteriosa quiete. Attualmente il paese sta cercando nuovi spazi abitativi verso il basso, dove sono sorte parecchie case dall’aspetto moderno e confortevole. Bortigali è abbastanza ben collegato con Macomer, Nuoro e i paesi vicini da servizi di autolinee. È attraversato in periferia dalla linea ferroviaria delle complementari Macomer-Nuoro, ma pochi se ne servono sia per la lentezza dei mezzi, sia per la scomoda lontananza della stazione dal centro abitato. Il paese è dotato di scuole elementari e medie, della stazione dei Carabinieri, dell’ambulatorio comunale, della farmacia, di una scuola materna privata parificata, di un moderno campo sportivo. Dal 1930 esiste anche una casa di riposo per anziani. Ci sono numerosi bar e pizzerie, alcuni di aspetto moderno. Molto attiva è la Pro Loco, che cerca di “aprire” il paese ai turisti e collabora con altri gruppi per allestire manifestazioni.
L’economia Scomparsa, come in quasi tutti i comuni interni della provincia, l’attività contadina (si coltivano solo vigneti per uso familiare), Bortigali ha conservato un tessuto economico prevalentemente legato alla pastorizia, ancora molto fiorente. Vi sono un centinaio di aziende con oltre 17-18.000 pecore e 2900 bovini; qualcuna è condotta con metodi razionali, la maggior parte con sistemi tradizionali. Malgrado la motorizzazione dei pastori, i bortigalesi continuano ad allevare i cavalli in gran numero (se ne contano poco meno di 300), con tentativi anche di selezione. Recentemente è sorto un centro ippico che si propone la valorizzazione degli equini da corsa. Diversi giovani e qualche ragazza trovano occupazione nelle industrie di Ottana e nelle fabbriche di Macomer. Altri posti di lavoro sono offerti dall’indotto della pastorizia. A Bortigali, infatti, esiste già da molti anni una cooperativa di allevatori che ha realizzato sulla statale per Macomer un moderno caseificio (LACESA, Latteria Centro Sardegna), fra i più significativi del settore in Sardegna. Sulla strada per Silanus opera un mangimificio. Negli anni Sessanta del Novecento anche Bortigali ha conosciuto una massiccia emigrazione all’estero e un notevole calo demografico che continua tuttora, con progressivo invecchiamento della popolazione. Altro dato negativo è la disoccupazione giovanile. Si può dire, comunque, che il tenore di vita degli abitanti è abbastanza soddisfacente, grazie anche all’elevato numero di pensionati. I bortigalesi sviluppano i loro rapporti economici con tutti i paesi della zona (i loro prodotti caseari sono peraltro conosciuti in tutta la Sardegna e anche fuori), ma sopratutto con Macomer, che dista 7 chilometri. Oltre che per ragioni commerciali (domanda e offerta), Bortigali è collegato a Macomer per i servizi di medicina specialistica, per gli uffici burocratici e per le scuole superiori. Il paese si avvia decisamente verso un elevato grado di istruzione; gran parte dei giovani prosegue gli studi fino al diploma di secondo grado, molti fino alla laurea.
Le tradizioni La lingua parlata a Bortigali è quella logudorese, ma con abbondanza della r in luogo della l e della th alla greca usate in Logudoro. Il costume tradizionale non è più in uso da tempo e viene indossato, durante le esibizioni, dai ragazzi e dalle ragazze del Coro Bortigali, assai apprezzato in tutta la zona. La vita culturale del paese è animata dalla Biblioteca comunale, che organizza spesso dibattiti, concerti di musica classica e moderna, incontri e mostre. Tra dei personaggi più illustri della storia del paese ricordiamo Domenico Fois, noto giurista e scrittore, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, e Anna Maria Massidda Falqui (1824-1873), i cui versi sono stati di recente riscoperti e pubblicati. A Bortigali è stata ed è particolarmente sentita la tradizione delle sagre religiose; oltre a quella già citata di Santa Maria di Saùccu, la più significativa è rappresentata dal Ferragosto bortigalese, in onore della patrona Santa Maria degli Angeli, che si celebra per otto giorni consecutivi a partire dal 15 agosto. Il fulcro della sagra sono le corse dei cavalli, anche a premio, che attirano folle di visitatori da tutta la zona. L’attaccamento dei bortigalesi ai cavalli è suffragato anche dalla leggenda de sos caddos birdes (“i cavalli verdi”), diffusa oralmente e trascritta da Antonio Senes nel libro Curiosità del vocabolario sardo (l’edizione definitiva è quella di Sassari, 1985). Secondo questa leggenda, anticamente sorgeva sul monte Santu Padre un santuario omonimo con accanto una fontana che dava acqua solo nella ricorrenza della festa e conferiva ai cavalli nati in quei giorni un inconfondibile colore verde. I cavalli verdi dovevano correre, in occasione della sagra, durante la processione che si svolgeva da Mulargia a Bortigali. Il significato simbolico della leggenda non è molto chiaro, ma è certo che essa ha una valenza magica, nella quale la figura del cavallo assurge a mito religioso. In qualche paese della zona esiste il detto «ancu andes che sos caddos birdes», (“che possa andare come i cavalli verdi”), a significare un correre verso una mèta chimerica.

Giro delle Chiese mattino del Venerdì Santo a Bortigali
Bortigali nuraghe Orolo informazioni storico turistico dove andare come arrivare
Bortigali Monumenti


Bortigali Nuraghe Orolo
Come arrivare Lasciare la SS 131 all'altezza del km 149,5 e prendere la strada per Mulargia. Superata la frazione, dopo circa 2 km, si continua a destra in direzione di Bortigali; percorsi 600 metri, sulla destra, si trova una strada asfaltata, in salita, che porta al campo di tiro. Seguirla per altri 600 m, sino a raggiungere un bivio; si prende la strada a destra e si giunge al nuraghe dopo 400 metri. Il nuraghe è ubicato a mezza costa del versante di Crastu Littu, in posizione di ampio dominio sulla piana di Macomer e sugli altopiani di Abbasanta e Paulilatino.
Descrizione Si tratta di un nuraghe complesso – uno dei meglio conservati del Marghine – che comprende una torre principale alla quale è stato aggiunto, sulla fronte, un bastione con due torri. Il corpo aggiunto bilobato (m 17,50 x m 21; alt. m 6,10/4,50) – edificato con blocchi di trachite di notevoli dimensioni disposti su filari regolari – è accessibile attraverso un ingresso risparmiato al centro della cortina frontale, leggermente concava, sullo stesso asse di quello del mastio. L'ingresso, quadrangolare (largh. m 1,18; alt. m 1,58) e chiuso da un architrave (lungh. m 2,35; largh. m 1,05; spess. m 0,65) con sovrastante finestrino di scarico, introduce nell'andito (lungh. m 3,65; largh. m 1,18/2,15/1,70; alt. m 2,75) che presenta i due ingressi contrapposti delle torri laterali. L'ingresso alla torre di s., trapezoidale (largh. m 1,20/0,45; alt. m 2,20), immette in un corridoio – con copertura piattabandata scalare – che si allarga progressivamente in un ambiente di pianta ellittica (m 5,70x4,00) con copertura a "tholos" ancora integra (alt. m 5,40). In posizione decentrata verso d. rispetto al corridoio è presente una feritoia leggermente rialzata sul piano pavimentale (lungh. m 2,15; largh. m 0,55). La torre a d. è accessibile mediante un corridoio rettangolare (lungh. m 2,25; largh. m 1,50/1,70) che porta ad un ambiente circolare (diam. m 4,55/4,10; alt. residua m 4,50). L'accesso alla torre principale è costituito da un ampio ingresso trapezoidale orientato a SE (largh. m 1,70/1,10; alt. m 1,25 s.r.), chiuso da un architrave (lungh. m 2,85; largh. m 1,10; spess. m 0,80) con vano di scarico. Il mastio, circolare in pianta (diam. m 14,10/14,98; alt. m 14), è costruito con blocchi di trachite di dimensione decrescente verso l'alto, lavorati con cura e disposti su filari orizzontali. L'andito retrostante, strombato (lungh. m 5,10; largh. m 1,70/2,30; alt. m 2,65/2,70), presenta a d. l'ingresso della scala elicoidale che conduce ai piani superiori (largh. m 1,28; alt. m 3,25). Un ingresso trapezoidale (alt. m 2,65) architravato e con finestrino di scarico immette nella camera circolare (m 5,10x4,90) con volta a "tholos" priva degli ultimi filari (alt. m 6,58). Il profilo di pianta dell'ambiente è marginato da tre nicchie disposte a croce – con ingressi architravati e soffitto aggettante – e, alla base, da quattro stipetti. Attraverso il vano-scala si accede alla camera del primo piano illuminata da un finestrone quadrangolare architravato (lungh. m 1,55; largh. m 0,70; spess. m 0,45). Sull'andito di accesso, a d., si apre l'ingresso trapezoidale (largh. m 0,67/0,43; alt. m 0,91) di una nicchia quadrangolare (prof. m 1,50; largh. m 0,50/0,70) che presenta nel piano pavimentale l'imboccatura di un pozzo-ripostiglio (largh. m 0,67/1,62; prof. m 3). La camera, integra, alquanto schiacciata in pianta (diam. m 4,60/3,30; alt. m 5,90), è ampliata da tre nicchie e due pozzetti-ripostiglio con accesso a livello del pavimento. Di fronte all'ingresso della camera è realizzata una feritoia (prof. m 1,75; largh. m 0,35; alt. m 0,40), mentre alla base della parete d. del vano si apre, nel pavimento, un'ampia apertura (largh. m 0,90/0,45). Un secondo pozzo-ripostiglio si apre nella parete dell'ingresso (diam. m 2,50; prof. m 3). La scala prosegue sino al piano di svettamento dove si possono individuare i resti di un terzo ambiente. Intorno al monumento, per un'ampia superficie, emergono i resti di numerose capanne circolari e rettangolari e di un antemurale che difende l'insediamento verso S delimitando un'area di 2.264 mq.
Storia degli scavi Il sito è stato sottoposto a interventi di scavo e restauro ad opera della Soprintendenza per i Beni archeologici di Sassari e Nuoro (1997).

Alberto Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, I, collana "Sardegna archeologica. Studi e monumenti", Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 242-247.


Bortigali complesso di Carrarzu Iddia
Come arrivare Lasciare la SS 131 all'altezza del km 149,5 e prendere la strada per Mulargia. Superata la frazione, dopo circa 2 km, si continua a destra in direzione di Bortigali; percorsi 600 m, sulla destra, si trova una strada asfaltata, in salita, che porta al nuraghe Orolo. Seguirla per altri 600 m, sino a raggiungere un bivio; si volta a sinistra e si percorre la strada in discesa, per alcune centinaia di metri, sino a rasentare l'altura dove è ubicato il complesso nuragico. L'area archeologica è situata alle estreme propaggini meridionali dell'altura di Crastu Littu, in posizione di ampio dominio sulle sottostanti piane di Abbasanta e Paulilatino, nel Marghine, regione della Sardegna centro-settentrionale.
Descrizione Il complesso comprende un nuraghe a corridoio, un edificio probabilmente a "tholos" e un piccolo villaggio di capanne, posti all'interno di una cinta muraria; a breve distanza sorge un dolmen. Il nuraghe a corridoio - situato sul limite occidentale dell'altura, della quale segue il dislivello - è costruito con massi appena sbozzati e disposti su filari irregolari con l'ausilio di numerose zeppe di rincalzo. La torre, ellittica (diam. m 9,62/8,54; alt. m 4,90/3,85), presenta due ingressi orientati a NE e SO, realizzati a livelli diversi. L'ingresso NE, trapezoidale e architravato (largh. m 1,18; alt. m 1,60), è oggi in parte ostruito dal crollo delle capanne che si estendono fin quasi sulla costruzione; esso introduce in un corridoio curvilineo (lungh. m 8,65; largh. m 1,00-1,30-1,05; alt. m 1,22-2,30) che attraversa per intero la costruzione sbucando all'esterno attraverso un ingresso trapezoidale (largh. m 0,80; alt. m 1,20) con sottile architrave fornito di finestrino di scarico. La copertura del corridoio è formata da lastre a piattabanda con profilo scalare, mentre il pavimento presenta alcuni gradini forse realizzati per correggere l’inclinazione del pendio sul quale sorge il monumento. Nella parete d. del vano si apre l'ingresso architravato di un'ampia nicchia ellittica (prof. m 2,08; largh. m 0,90/1,16; alt. m 1,85). Una torre di forma circolare (diam. m 11,30-11,15; alt. m 3,30) sorge in direzione SE, a una decina di metri di distanza dal protonuraghe e a quota superiore. Della costruzione è possibile rilevare attualmente soltanto il profilo di pianta e l'elevato. La torre, diversamente da quanto documentato nel vicino protonuraghe, risulta edificata con grandi blocchi appena sbozzati e disposti su filari per lo più regolari. Sullo svettamento è possibile individuare i resti di alcuni vani ora inagibili.
L'abitato che si estendeva tra le due torri conserva il profilo circolare di almeno quattro capanne (dimensioni in media m 3,50 x m 2,90). I due nuraghi e il villaggio sono protetti da un antemurale che segue il margine irregolare dell'altura inglobando numerosi salienti di roccia. La cortina muraria è edificata, alla base, con grandi blocchi privi di lavorazione e nei filari superiori con piccole pietre. Lo scavo ha inoltre portato alla luce un singolare pozzo, probabilmente con funzione cultuale. Il complesso è databile tra il Bronzo antico e il Bronzo finale. La sepoltura dolmenica si trova a poche decine di metri a N del complesso. Essa sfrutta la conformazione di alcuni affioramenti rocciosi e presenta un vano funerario rettangolare (lungh. m 1,72; largh. m 0,80; alt. m 0,40) delimitato, su tre lati, dalla roccia naturale e da cinque ortostati. La copertura è costituita da un unico lastrone trapezoidale (m 2,10 x m 1,52; spess. m 0,32/0,14) adagiato sul piano di roccia con l'ausilio di zeppe che ne regolarizzano il piano di posa.
Storia degli scavi Gli scavi dell'area sono in corso, ad opera di Alba Foschi.

Alberto Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, collana "Sardegna archeologica. Studi e monumenti", 5/I, Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 250-253.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli e chiesa del Rosario Bortigali.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli e chiesa del Rosario Bortigali.
 

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