Cookie Consent by Free Privacy Policy website

Desulo :: paese posto nel cuore dei monti del Gennargentu, a poca distanza dalla cima del Bruncu Spina, un ambiente unico, ricco di scenari e luoghi di incomparabile bellezza. Di notevole interesse la manifestazione "La Montagna produce", inserita all'interno del circuito "Autunno in Barbagia". - Le Vie della Sardegna :: Partendo da Sassari Turismo, Notizie Storiche e Attuali sulla Sardegna, Sagre Paesane e Manifestazioni Religiose, Cultura e Cucina Tipica Sarda, Monumenti da visitare, Spiagge e Montagne dell'Isola. Turismo in Sardegna, itinerari enogastrononici e culturali, suggerimenti su B&B, Agriturismi, Hotel, Residence, Produttori Prodotti Tipici, presenti nel territorio. Informazioni e itinerari su dove andare, cosa vedere, dove mangiare, dove dormire sul Portale Sardo delle Vacanze e dell'Informazione. Sardegna Turismo dove andare e come arrivare, tutte le notizie che vuoi conoscere sull'Isola più bella del Mediterraneo. Scopri sul Portale Le Vie della sardegna le più belle località turistiche dell'Isola e la loro storia, i personaggi illustri e di cultura nati in terra Sarda.

Vai ai contenuti

Menu principale:

Desulo :: paese posto nel cuore dei monti del Gennargentu, a poca distanza dalla cima del Bruncu Spina, un ambiente unico, ricco di scenari e luoghi di incomparabile bellezza. Di notevole interesse la manifestazione "La Montagna produce", inserita all'interno del circuito "Autunno in Barbagia".

Località > Nuoro
Desulo ricamo del costume tradizionale. Desulo informazioni turistiche e storiche, come arrivare e dove andare.
Desulo
Il paese è posto nel cuore dei monti del Gennargentu, a poca distanza dalla cima del Bruncu Spina, un ambiente unico, ricco di suggestioni, scenari e luoghi di incomparabile bellezza. Dopo il 1950 i tre nuclei originali dei quartieri più antichi, Issiria, Ovolaccio e Asuai, si sono saldati in uno. Di notevole interesse la manifestazione "La Montagna produce", inserita all'interno del circuito "Autunno in Barbagia".

Abitanti: 2.816
Superficie: kmq 74,73
Provincia: Nuoro
Municipio: via Lamarmora, 73 - tel. 0784 619211
Cap: 08032
Guardia medica: via Lamarmora - tel. 0784 619184
Biblioteca: via Lamarmora, 89 - tel. 0784 619850
Ufficio postale: via Lamarmora, 75 - tel. 0784 619217

Desulo, prodotti tipici della gastronomia locale.
Desulo informazioni turistiche e curiosità
Desulo si trova sul versante occidentale della catena del Gennargentu, arroccato su un costone che sovrasta una profonda vallata coperta di boschi di lecci e castagni e ricca di sorgenti. Ancora oggi conserva il fascino delle tradizioni e dell'identità, una natura incontaminata, un ambiente unico, ricco di suggestioni, scenari e luoghi di incomparabile bellezza. È un borgo antico che, nonostante il passare del tempo, è riuscito a conservare numerose tracce del suo passato. Antiche leggende cercano di ricostruirne l'origine facendo risalire il suo nome al latino ''exul'', che significa esilio. Qualcuno ha parlato di esilio in questi luoghi degli abitanti di Calmedia, l'attuale Bosa, nel 305 d.C., in seguito alla persecuzione attuata da parte dei Goti. Questi abitanti, unendosi all'antica popolazione locale, fondarono un villaggio che chiamarono Exul, per ricordare la loro condizione di fuggiaschi. Il paese è posto nel cuore dei monti del Gennargentu, in autunno i boschi si tingono del giallo, dell'arancio e del rosso delle foglie secche e si riempiono di castagne e nocciole. Il paese è suddiviso in tre rioni: Ovolaccio, Issiria e Asuai, un tempo collegati da piccoli sentieri, ora invece uniti dalle nuove case sorte lungo la strada principale. Ognuno dei tre rioni ha conservato la propria identità che si manifesta nella celebrazione delle sagre paesane. Una leggenda racconta che i tre centri rappresentavano le antiche regioni della Barbagia, Ollolai, Belvì e Seulo, e i tre colori che li simboleggiavano, il rosso, il giallo e il blu, sono i colori principali del tipico costume femminile del paese. Una delle caratteristiche principali del paese è proprio il costume femminile indossato ancora oggi da molte donne del paese. Il costume desulese, reso prezioso dai suoi decori e dai suoi ricami, è in orbace, ricamato con fili ricchi di colori vivaci. I primi insediamenti risalgono al periodo nuragico. Il sepolcro megalitico è una delle testimonianze preistoriche del territorio desulese che conserva anche alcune domus de janas, tombe dei giganti, resti di nuraghi e un villaggio di capanne. Inoltre, non mancano reperti ceramici e riferimenti testimoniali di epoca romana. Si cerca di ricostruire l'origine di Desulo spiegando il significato etimologico del nome: "exul", esilio. Secondo una leggenda la persecuzione attuata dai Goti costrinse all'esilio gli abitanti di Calmedia, l'attuale Bosa, nel 305 d.C. Questi abitanti si unirono all'antica popolazione locale e fondarono un villaggio che chiamarono appunto Exul, per ricordare la loro condizione di fuggiaschi. Desulo è un centro antico, ma le notizie dirette sulla storia più remota del paese sono poche e frammentarie. Grazie ad alcuni antichi documenti è possibile affermare che nel Medioevo fece parte della curatoria del Mandrolisai, sotto il giudicato di Arborea. Con l'avvento degli Aragonesi ottenne di essere governato da nativi. Nel 1711 venne incorporato nella contea di San Martino, feudo dei Valentino, dai quali fu riscattato nel 1839. Notizie più ampie e più certe di Desulo si ritrovano nei documenti del XIX secolo. Il paese è suddiviso in tre rioni: Ovolaccio, Issiria e Asuai, un tempo collegati da piccoli sentieri, ora invece uniti dalle nuove case sorte lungo la strada principale. Ognuno dei tre rioni ha, però, conservato la propria identità che si manifesta nella celebrazione delle sagre paesane. Una leggenda racconta che i tre centri rappresentavano le antiche regioni della barbagia, Ollolai, Belvì e Seulo, e i tre colori che li simboleggiavano, il rosso, il giallo e il blu, sono i colori principali del tipico costume femminile del luogo. Nel rione Issiria è possibile ammirare la chiesa di Santa Croce, che le sue bellissime opere lignee e gli affreschi in stile barocco, e la chiesa del XV secolo di Sant'Antonio Abate in stile tardo-gotico, con un interessante e prezioso pulpito ligneo. Nel rione Assuai si può visitare il centro storico, con le piccole case rustiche realizzate con pietre di scisto, caratterizzate da balconate lignee che si affacciano su viottoli in ciottolato.
Nel 1878, a Desulo, nacque Antioco Casula (noto come Montanaru), considerato il maggior poeta lirico in lingua sarda. Sin da giovane si dedicò alla scrittura di poesie, frequentando molti intellettuali del periodo tra cui Giuseppe Dessì, Sebastiano Satta e Francesco Ciusa. Nel 1925 a Milano, rappresentò la Sardegna al primo congresso nazionale dei dialetti d'Italia. Tra le tante caratteristiche di Desulo, quella più importante è, sicuramente, l'uso dell'antico costume tradizionale femminile, indossato ancora oggi da molte donne. Il costume desulese, reso prezioso dai suoi decori e dai suoi ricami, è in orbace, ricamato con fili ricchi di colori vivaci, tra i quali predominano il rosso, il giallo e il blu. Desulo si trova sul versante occidentale della catena del Gennargentu, arroccato su un costone che sovrasta una profonda vallata coperta di boschi di lecci, roveri, noci, ciliegi e castagni e ricca di sorgenti. Ancora oggi conserva il fascino delle antiche tradizioni e una natura incontaminata, un ambiente unico, ricco di suggestioni, scenari e luoghi di incomparabile bellezza. Il paese è posto proprio nel cuore dei monti del Gennargentu, in autunno i boschi si tingono del giallo, dell'arancio e del rosso delle foglie secche e si riempiono di castagne e nocciole. Dolci valli si alternano a boschi secolari e cime desolate, una delle zone più suggestive è quella dominata da "Su toni 'e girgini", la rupe calcarea che si erge a 1218 metri d'altezza. Oltre ai mufloni e alle aquile reali sono presenti nel territorio, fra gli altri, martore e gatti selvatici. Desulo conserva ancora oggi il suo aspetto di antico e suggestivo paese di montagna, abitato da gente semplice e ospitale, con il loro caratteristico costume di orbace, l'abilità degli intagliatori del legno, coi loro pregiati manufatti artigianali, come "is truddas" e "is taggeris" e i sapori dei cibi, preparati secondo le antiche ricette tradizionali e con materie prime di altissima qualità. Per conoscere la civiltà agro-pastorale del paese, è possibile visitare il museo etnografico "casa Montanaru", realizzato nella casa natale del poeta Antioco Casula, detto "Montanaru". I quattro piani del museo raccolgono una serie di attrezzi tipici delle varie attività dei pastori, dei contadini, degli artigiani, divisi per sezioni tematiche, nonchè una interessante rassegna degli abiti tradizionali e 1500 volumi che compongono la biblioteca personale del poeta omonimo. Per Desulo, tipico borgo montano a economia pastorale e turistica, la montagna è sempre stata la principale fonte di sussistenza. Il paese possiede uno dei più grossi patrimoni zootecnici della Sardegna, composto da allevamenti di caprini, ovini e di suini. Da ricordare, inoltre, l'abilità degli artigiani desulesi, sapienti intagliatori del legno. La bellezza del paese e del territorio che lo circonda attira da sempre numerosi turisti che ricercano il contatto con la natura incontaminata di questi luoghi.
Desulo Eventi: La montagna produce Nei giorni a cavallo tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, in coincidenza con la festività di Ognissanti, da ormai 15 anni si svolge a Desulo "La Montagna Produce", oggi inglobata entro il macroevento "Autunno in Barbagia". Le strade del paese vengono trasformate in un grande mercato all'aperto.

Desulo particolari abito tradizionale donna
Costume tradizionale di Desulo ieri e oggi a confronto
Museo etnografico Casa Montanaru Desulo come arrivare
Desulo foresta di Girgini.
Testi di Antonangelo Liori
Desulo Arroccato a quasi mille metri su una delle montagne più vicine alla Punta Lamarmora (la cima più alta dell'isola), questo bel paese della Barbagia di Belvì è immerso proprio nel cuore del Gennargentu: e di questa posizione geografica conserva il riflesso speculare nella cultura e nella civiltà. Desulo funge proprio da centro di polarizzazione di culture diverse conservando, meglio degli altri comuni limitrofi, la cultura e la civiltà barbaricina attraverso una serie di profumi, di suoni, di sensazioni inconfondibili che lo distinguono dagli altri paesi addossati sul Gennargentu. Al limite tra Barbagia di Ollolai, Barbagia di Belvì, Ogliastra e Mandrolisai è, in effetti, di difficile collocazione perché molti aspetti lo accomunano a tutte queste regioni: così come la sua posizione centrale lo mette in rapporto di scambio di influenze con una serie di comuni con i quali confina e che costituiscono, tutti insieme, l'aristocrazia della civiltà “interna” dell'isola, il suo cuore storico più antico: Fonni, Gavoi, Ovodda, Tiana, Tonara, Belvì, Aritzo, Arzana, Villagrande Strisaili. Gavino Gabriel, con felice intuizione, disse che Desulo, nei suoi tre rioni, col suo costume di tre colori, rappresentava la Barbagia una e trina: «Asuai giallo, per la Barbagia di Seulo; Ovolaccio azzurro, per la Barbagia di Belvì; Issirìa rosso, per la Barbagia di Ollolai». Un tempo i tre rioni erano diversi come costume, come usanze e persino come dialetto: anche le zone di influenza dei tre “vicinati” erano differenti: i boschi e i monti calcarei di Girgini e Lagassé (zone di Asuai), legati morfologicamente all'Ogliastra e alla Barbagia di Seulo; lo scisto di Su Accu Mannu (Ovolaccio), simile come conformazione geologica alla Barbagia di Belvì e al Mandrolisai; il granito di Punta Lamarmora, Aratu e Bruncuspina, che accomunava Issirìa (rione che controllava quel territorio) alla Barbagia di Ollolai.
Il territorio I monti del paese sono ricchissimi di sorgenti, alcune delle quali sono state definite «batteriologicamente le più pure in tutta la Sardegna» (dal laboratorio di analisi della provincia di Nuoro), specialmente Sa Funtana ’e Is Sidas, Curadore, Perdu Abes, S'Ardajulai. Situate nei punti più elevati dell'isola (Sa Ninna ’e Alagara 1730 metri, Funtaneddas de Tonara 1750, Sa Funtana ’e Sa Castagna 1770, S'Arcu Ennargentu 1800, S'Ispina 1810), esse danno origine ai maggiori fiumi sardi. Il Flumendosa viene alimentato da Bau ’e Jaca, Orué, Cercini, Istiddà, fiumi che confluiscono, poi, in Su Fruscu, prima di gettarsi nel Flumendosa. Il Tirso nasce da Latalè (alimentato dalla fontana di Iscraniga) e Ircialè (che sorge dalle fontane di Alase, Nuragé e Perdu Abes). Da un'altra parte, invece, il fiume di Lagassé confluisce nuovamente nel Tirso come il Mattalè (originato dalle fontane di S'Arena, Todoja, Sa Cerinasè, Is Sidas), che viene poi chiamato Taloro, altro importante affluente del grande fiume sardo. L'altezza media del territorio desulese è attorno ai 1200 metri: i terreni più in basso sono al confine con Belvì (S'Iscra), ma si trovano tutti ad un'altitudine pari alla media del territorio comunale. Oltre al territorio appartenente al comune, si annoverano altri “salti” acquistati in epoca più o meno recente da quasi tutti i paesi limitrofi, soprattutto da Aritzo (Montecresia, più di duemila ettari), Tonara (Sa Tanca ’Esulesa, oltre mille ettari) e Belvì. I confini con l'Ogliastra, definiti solo sulla carta, sono tuttora imprecisati; a definirli, in realtà, è l'accordo tra i pastori che si trovano a sfruttare, con le loro greggi, i terreni da pascolo collocati a cavallo tra le due regioni.
Le origini Desulo fu abitato sin da epoca antichissima, come viene testimoniato da numerose vestigia preistoriche: un'autentica “cittadella” (comprendente domus de janas, grotte anticamente abitate, resti di mura) si conserva a S'Iscra, ai confini con Belvì e Tonara: in questa zona (più precisamente a Montecorte) è stato ritrovato un orcio ancora intatto, di epoca prenuragica (appartenente forse alla cultura di San Michele), conservato al Museo archeologico di Nuoro. L'agglomerato archeologico più importante è, comunque, a Girgini, sviluppato in un'area molto vasta comprendente la necropoli di Sa Tanchitta (una tomba di giganti e numerose altre sepolture ipogeiche ad singulos); ritrovamenti bronzei e resti di mura (che sembrano testimoniare una sorta di presidio nuragico) a Sa Tanca Manna e a Genna ’e Ragas. Sempre a Girgini (e più precisamente, ora, in Su Au ’e s'Ena) esisteva un bel nuraghe ora distrutto da mano vandalica: ma se ne conservano ancora le tracce. Il nuraghe più bello è, comunque, quello di Ura ’e Sole, a quasi 1600 metri d'altezza (forse il nuraghe più elevato della Sardegna). Le costruzioni dei pastori, disseminate nel territorio comunale, testimoniano del resto una continuità culturale col periodo nuragico che ha subìto grosse fratture. Eccezionali le architetture degli ovili, con le pinnettas ammantate di perras de laccu (querce spaccate in due) e le aurras (recinti per maiali), ricoperte sempre con la stessa tecnica, fatte in modo che, una volta chiuse, non si comprenda quale sia l'entrata e quale la parete. Le porte delle pinnettas sono talmente strette che può entrarvi solo un uomo magro che vi passi di traverso: questa tecnica aveva uno scopo prettamente difensivo. Sulle querce si vedono ancora i cardalettos, soppalchi di tronchi d'albero costruiti in modo che un uomo possa dormirvi sopra: oggi vengono usati, in prevalenza, per custodirvi il mangime o le attrezzature dell'ovile. A Sa Tanchitta, in tempi remoti, un vaccile (ancora utilizzato) è stato ricavato su un recinto funerario nuragico. Gli ovili, con la loro originale tecnica di costruzione, sono unici nel loro genere; i più belli a Cambos Trottos, Meriagos, Su Calavrige, Su Proccu ’e Sirba, Sa Tanca Manna, Alagracca, Todoja, S'Arena. Resti di un piccolo paese d'epoca, forse medioevale, si trovano ancora a Sant'Istèvene, dove sorgeva la chiesa (integra fino al secolo scorso) di Santo Stefano.

Desulo foresta di Girgini e sorgente lungo il sentiero di Desulo
Il paese ha avuto, negli ultimi decenni, un eccezionale sviluppo urbano: è stato creato un potenziale abitativo per quasi trentamila persone. Questo straordinario incremento dell'edilizia privata è legato al successo imprenditoriale che i desulesi sono riusciti a conquistarsi in tutte le parti della Sardegna e, soprattutto, nei Campidani. Nella sola città di Iglesias risiedono quasi quattromila desulesi che hanno acquistato, ormai, decine di migliaia d'ettari di terreno, costruito centinaia di negozi e impiantato decine di imprese edili e industrie manifatturiere. Una vera e propria forza economica che si è impiantata stabilmente da Oristano a Carbonia e da Cagliari a Laconi: partiti da Desulo come pastori sulla via della transumanza, alla scoperta di una “terra promessa”, ora i desulesi possiedono una buona fetta del Campidano e la lavorano assiduamente e con intelligenza. Questa laboriosità, questo coraggio “nomadico” nel misurarsi con le realtà umane e culturali esterne è una dote antica, come dimostra la ricchezza di alcuni elementi presenti in paese. La chiesa parrocchiale, al centro del rione di Issirìa, dedicata a sant'Antonio abate, ha una struttura originaria tardo-gotica; oggi, purtroppo, abbandonata all'incuria del tempo, è stata rimpiazzata con una bella costruzione in scisto nero ultimata nel 1980. Molte opere d'arte si conservano nelle chiese desulesi: un pulpito intagliato del 1682; un bellissimo crocifisso (sempre del ’600) intagliato dall'artistaporcaro Giovanni Todde, antenato di una grande famiglia di magistrati e avvocati. I santi Antonio, Pietro e Stefano, di scuola senese del ’500; l'Assunta e l'Addolorata del cavalier Zanda, pittore ottocentesco, desulese, docente e pittore ufficiale dell'Accademia di San Luca a Roma; un ostensorio di foggia spagnola del ’600 e bellissimi paramenti sacri che il Devilla (La Barbagia e i barbaricini) e numerose fonti dicono essere stati trafugati da alcuni desulesi da una chiesa francese durante la Rivoluzione dell’89. Bellissimi, ancora, il portone della chiesa di Sant'Antonio e la Via Crucis, intagliati da Francesco Nonnis, principe degli intagliatori sardi (secondo la celebre definizione di Carmelo Floris), che ha continuato in modo illustre la grande tradizione degli scultori-porcari desulesi (iniziata da Giovanni Todde e Antonio Frau), che hanno imparato a intagliare vere opere d'arte nelle lunghe sere dell'ovile.
L'economia Grandissima, infatti, è a Desulo la tradizione dell'intaglio e la lavorazione del legno: numerosissimi laboratori e piccole industrie artigiane producono mobili, maschere, turras (mestoli) e tazzeris (taglieri) e tutti gli utensili in legno per i quali i desulesi sono famosi: un'arte che è frutto della “scuola dell'ovile”, che a Desulo è riuscita a diventare industria. Infatti, se la principale fonte di reddito rimane la pastorizia (oltre agli introiti che arrivano dai desulesi che operano fuori del paese), l'economia del centro è, comunque, variamente articolata: un ottimo artigianato del legno, come s'è detto, ma anche del ferro battuto, delle coperte, dei filati, dell'orbace, dei dolci (torrone, suspiros, papassinos, pan'e saba); forestazione, segherie, salumifici che producono tra i migliori prosciutti della Sardegna; imprese edili che, in tutta la Barbagia e il Mandrolisai, operano nel campo dell'edilizia pubblica e privata (una quindicina di aziende). Il settore che oggi è maggiormente in via d'espansione è, senza dubbio, quello turistico: i posti letto si sono più che triplicati nel giro di pochi anni, sono aumentate le rosticcerie, i bar, le trattorie; molti progetti sono in corso per la costruzione di nuovi alberghi, mentre l'Amministrazione comunale ha in cantiere lo studio di una zona di sviluppo turistico a Tascusì-Arena. Le carte in regola ci sono tutte: una natura integra, scarsamente toccata dalla piaga degli incendi, ricca di una fauna che comprende tutte le specie di animali esistenti in Sardegna; panorami incantevoli, ricchi di boschi e di sorgenti; i monti più alti dell'isola, la punta Lamarmora e il Bruncuspina; le piste da sci migliori con moderni impianti di risalita da S'Arena-Erbas Birdes al Bruncuspina); una grande tradizione culturale legata al mondo pastorale, fedele ai grandi miti dell’ovile: l'ospitalità, l'amicizia, il binomio coraggio e resistenza (sa balentìa). Un paese “antico”, dunque (sono ancora molte le donne in costume e, nei giorni di festa, tutte, giovani e vecchie, lo indossano), arroccato su un monte splendido, con veri e propri gioielli architettonici come le case di scisto dei rioni antichi di Praccia Manna, Lenacci, Carrottu, Costa ’e Susu; gli ovili eccezionalmente conservati; un fiorente artigianato.




Desulo, chiesa di Sant Antonio Abate, 1955.
«Sos petànos». La bellezza del territorio viene controbilanciata, purtroppo, dalla povertà dei pascoli e da una grande aridità del suolo, che spinge i desulesi a cercare in pianura una vita migliore: il terreno, infatti, non è sufficiente per un paese così grande e così ricco di bestiame: ogni anno centinaia di persone si trasferiscono nei Campidani e nelle pianure di tutta l'isola. Forse il turismo può essere una buona carta da giocare. L'unica scuola di istruzione superiore esistente a Desulo è l'Istituto tecnico per il commercio e turismo: una scuola che tenta di legarsi alle nuove esigenze della popolazione e del territorio. Numerose le associazioni sportive (sci club, atletica, due squadre di calcio, la “Dasp” caccia e pesca, con 70 iscritti) e culturali. In quest’ultimo campo le prime iniziative di mostre e dibattiti sono state prese anni fa da un Centro di Studi barbaricini, la cui attività è stata continuata dall’Amministrazione comunale per un verso e dall’Associazione culturale Amici del Museo per l’altro. Nel pimo caso ha avuto inizio la manifestazione autunnale “La Montagna produce”, che ormai da anni richiama a Desulo migliaia di persone proponendo una fiera mercato dei prodotti locali, più mostre e convegni, nonché un concorso letterario intitolato al noto poeta Montanaru. Nella casa di questo poeta gli Amici del Museo hanno allestito invece un museo etnografico che raccoglie costumi tradizionali, oggetti dell’attività pastorale e quotidiana dell’Ottocento, nonché una mostra fotografica sulla transumanza e l’emigrazione dei desulesi nel sud dell’isola. La ricchezza dei materiali etnografici ha consentito l’apertura anche di un altro museo, il Museo Casa Carta, privato. Desulo è (come si diceva) la patria del maggiore poeta in lingua sarda: Antioco Casula Montanaru (1878 -1957), autore di alcune liriche che sono state tradotte in molte lingue e hanno ricevuto il plauso di critici letterari internazionali. Ma molti altri poeti desulesi hanno raggiunto altissimi risultati poetici, come Salvatore Lay Deidda (1920-1951; uno dei massimi poeti sardi), autore di un poema, Amsicora, in duemila ottave, e tanti altri, meno famosi ma egualmente degni di essere ricordati: Manneddu, Is frades Barraccas, Marcu Fais, Micheli Bassu, Giuanni Peddio, Giuanni Frau, Govecu. Una lunga messe di leggende ha descritto l'epica desulese attraverso i lunghi racconti dei pastori e delle vecchie: tutti i confini desulesi sono legati a efferati fatti di sangue ancora ricordati dalla toponomastica: S'arcu ’e Dejotto è il luogo in cui 18 arzanesi vennero uccisi per delimitare un confine incerto, tuttora oggetto di discussioni; Sa Funtana ’e Su Cumessariu ricorda il punto in cui un giovane porcaro desulese, nell'Ottocento, uccise un commissario prefettizio portato dai fonnesi per definire i confini: il desulese – dice il racconto popolare – mise làcana, cioè stabilì il limite territoriale, segnalandolo con la testa dell'ucciso, staccata dal collo e infilata su un palo; Antine Sette è il luogo in cui vennero uccisi alcuni fonnesi (la fontana si chiamava in origine Martires Sette), sempre per porre làcana. Alcuni canti popolari parlano di altre divisioni: contro Tonara: «Tonara cun Toneri e Ilalà, / ei su sìnnigu ’e Arasulé / si jampas sa matta ’e Irralà / ne pones is cerbeddos in su pé». Molte altre poesie popolari parlano della lunga e dura storia desulese: una bellissima ottava descrive la vita di due latitanti: Peone (Sebastiano Gioi) e Bobbore Maloccu (Salvatore Floris): «Tiu Peone e Bobbore Maloccu / is ci no hanta connottu mai lé / a cufessare faente a Su Troccu / e a cominigare a Mattalé / is battimaos a ozu ’e procu / is cunfirmaos a nappas d'erbé» (1830). La vita dei desulesi è sempre stata nomade per eccellenza: non c'è desulese che sia rimasto per tutta la sua vita in paese. Persone transumanti, abituate a viaggiare, a vivere sempre con uomini ostili, in un mondo ostile. Una statua, collocata a Tascusì nel 1983, ricorda un altro tratto de sa balentìa desulese, degli uomini di questo paese nell'aspra lotta contro la natura avversa e i nemici implacabili. L'occasione è stata offerta, in questo caso, dal settantesimo anniversario della tragedia di Tascusì, nella quale tre uomini che tornavano con i cavalli carichi di grano dalle lontane Baronie la notte di Capodanno (contraddicendo il triste augurio che la madre desulese fa al proprio figlio, di non fare, cioè, mai Pasqua o Natale in paese, epoca in cui il bestiame morirebbe dal freddo) persero la vita in una bufera di neve. Due loro compagni, salvatisi, costruirono, per grazia ricevuta, la chiesetta alla Madonna della Neve alla quale s'erano invocati. Questa statua, oltre al ricordo del fatto che rappresenta, vuol significare anche quella lotta dell'uomo contro tutto ciò che è ostile e nemico: condizione necessaria della vita di montagna. Questa lotta i desulesi l'hanno vinta al prezzo di dure fatiche e di un'esistenza dura, non di rado al limite della resistenza umana, che ne ha temperato l'animo e l'intelligenza in una lezione di grande civiltà, sviluppatasi in una cultura complessa e interessante da analizzare. Ancora oggi sos petànos (i “mangiatori di carne”, come vengono chiamati i desulesi nei paesi del circondario, soprattutto a Fonni) continuano a lottare lontani dal loro paese, sempre con la speranza di poterci tornare un giorno, dopo aver spento la sete di pascoli ricchi e sterminati in una vita serena. E intanto ci tornano, quando possono, per le feste del paese. La sagra più importante è quella in onore della Madonna della Neve, che si celebra nella chiesetta di Tascusì il 5 agosto di ogni anno, quando tutti i desulesi si danno appuntamento sulla loro montagna con amici e conoscenti, giungendo da ogni parte dell'isola (ma anche dall'estero: perfino dalla Danimarca, dall'Inghilterra, dalla Francia, dal Canada), per ricordare la tragedia del 1913 e la balentìa di quei loro antenati.
Testi di Antonangelo Liori
Desulo la benzinaia Giuseppa Floris 1974.
Autunno in Barbagia Desulo
La Montagna Produce

Tra le più alte cime dell'Isola si scoprono paesaggi incantati dove armoniose e lussureggianti valli si incontrano con aspri e solitari rilievi, regno dei pastori e delle loro leggende. Si narra che la bellissima giovane Maria de Idussà, non volendosi sposare, scomparve tra le montagne dove ancora i pastori la sentono cantare con voce dolcissima mentre tesse sul suo telaio d'oro. Boschi di castagni e noccioli circondano Desulo creando scenografiche distese di colori che si trasformano ad ogni stagione: dai toni chiari e delicati della fioritura al giallo, arancio e rosso delle foglie secche. Uno straordinario spettacolo è dato dalla fioritura di specie endemiche come la delicata rosa di montagna (peonia mascula), la genziana maggiore, la digitale purpurea e le numerose orchidee. Paese natale dell'illustre poeta Montanaru (Antioco Casula, 1878-1957) che così lo descrive in un suo componimento del 1904:
"Fiera e ruzza, in mesu a sos castanzos / Seculares, ses posta, o bidda mia, / Attacada a sos usos d'una ia, / Generosa, ospitale a sos istranzos"(Fiero e rude, in mezzo ai castagni secolari, stai o mio paese, affezionato alle usanze di una volta, generoso, ospitale con gli estranei. Desulo custodisce molte delle sue tradizioni, che lo rendono unico e molto amato da chi lo vive e da chi è accolto nella sua comunità, come i bellissimi abiti tradizionali in orbace rosso, finemente ricamati, indossati nelle occasioni e nelle feste principali. La grande importanza della cultura pastorale è testimoniata dai numerosi rifugi tra le montagne, le caratteristiche pinnettas che ricordano le antiche architetture nuragiche.






La manifestazione è organizzata dal Comune di Desulo in collaborazione con la Pro Loco di Desulo, l'associazione culturale ricreativa turistica San Sebastiano, l'Associazione coro polifonico Anninora, l'Associazione culturale Coro Polifonico Padentes, il coro polifonico Montanaru, il gruppo folk Montanru, il gruppo folk Sant'Antonio Abate, la parrocchia Sant'Antonio Abate di Desulo, l'oratorio San Giuseppe, la Polisportiva Gennargentu Desulo. Servizio bus navette gratuito per un agevole accesso al paese e servizio bagni chimici, dislocati nel caseggiato scolastico o lungo la via principale.




DA VISITARE

• Il centro storico di Asuai
• Chiesa San Sebastiano Martire
• Casa Montanaru, rione Ovolaccio Caseggiato scolastico, via Cagliari, 66
• Fiera dei prodotti tipici di Desulo
• Mostra sull’avifauna della Sardegna a cura dell’Ente Foreste Sardegna
• Mostra Gina Tondo e Paolo Laconi
• Esposizione dipinti di Fernanda Musio
• Mostra ceramiche artistiche di Raffaele Cau, L’arte primitiva sarda: una storia lunga 600 anni fra tradizione e innovazione
• Mostra Caras: espressioni in cemento, Roberto Serri
• Esposizione miniature costumi sardi di Maria Elena Balestrino Casa Montanaru
• Mostre d’arte e tradizione
• Dipinti e gioielli artigianali di S. Bulla e E. Puddu
• Esposizione d’arte e pittura di S. Lepori e A. Spano e ceramiche di G. Oggiano Parrocchia Sant’Antonio Abate e Chiesa Santa Croce Mostre di arte sacra a cura del dr. Luca Nonnis


PUNTI INFORMATIVI
Infopoint La montagna produce:
• via Cagliari, 66, Istituto Comprensivo
• via Cagliari, rione Ovolaccio
• via Trieste, rione di Asuai


* Sarà attivo un servizio di bus navetta che consentirà un più agevole accesso al paese e bagni chimici saranno dislocati lungo la strada principale.




DESULO DOVE DORMIRE DOVE MANGIARE

  •   Albergo Ristorante “La Nuova”, via Lamarmora, 45. Tel. e Fax. 0784 619251.
  •   Ristorante Pizzeria “S’Abile”, via Cagliari, 54. Cell. 346 6020402 (Carlo) / 349 2167869 (Sara).
  •   Ristorante Pizzeria “Gennargentu”, via Kennedy, 4. Cell. 3491074087, tel. 0784 619059 (Eliana).
  •   Bar Pizzeria “S’Aspridda”, viale Aldo Moro, 6. Tel. 0784 619791, cell. 340 3712038 (Vanna).
  •   Trattoria Pizzeria al taglio “S’alase”, vico II Lamarmora. Cell. 349 3846707 (Martino).
  •   Pizzeria al taglio “Da Sonia”, via Lamarmora, 66. CelL. 347 0632520 (Sonia);
  •   Ristorante Pizzeria “Su Filariu”, località S’Arena. Cell. 338 8613350 (Pino).
  •   Trattoria “Is Cubas”, loc. Is Cubas S.P.7, km 15. Tel. 0784 619905, cell. 347 0821936 (Bastiano) / 338 7251775 (Giorgio).
  •   Agriturismo “Tascusì”, località Is Cubas. Tel. 0784 619668, cell. 347 1303535 / 347 5787331 (ristorazione e possibilità di pernottare).
  •   Ristorante “La Madonna delle Nevi”, loc. Tascusì. Cell. 328 5774223 (Fiorenzo);
  •   Agriturismo “Girgini”, loc. Istiddà. Cell. 329 0161595 / 336 459729, (ristorazione, mezza pensione, pensione completa);
  •   Agriturismo “Canale Figu”, loc. S’iscra. Cell. 320 4273204 - Sig.ra Francesca (ristorazione, B&B, mezza pensione e pensione completa).
  •   B&B “Bellavista Desulo”, viale Aldo Moro, 13. Cell. 349 7192987 / 340 7165241 - website: www.bellavistadesulo.altervista.org - email: bellavistadesulo@tiscali.it



Punti Ristoro

  •   Punto ristoro “Piazza Molino”, via Lamarmora. Cell. 348 3369462 (Nicola).
  •   Punto ristoro “Resistentzia”, via Cagliari. Cell. 348 6707098 (Giuseppe).
  •   Punto ristoro “La casa del raviolo Srl”, via Lamarmora. Cell. 346 3742430 (Valentina) / 349 8443473 (Rita).
  •   Punto ristoro self service “Desulo”, piazza Garage. Cell. 347 7985805 (Teresa) / 340 3580521 (Maria Pina).
  •   Punto ristoro, fronte Caseggiato scolastico. Cell. 328 4144734 (Salvatore).
  •   Punto ristoro “Ajo”, via Cagliari, pressi caseggiato scolastico. Cell. 346 3255659 (Nadia).
  •   Punto ristoro “Da Angelo”, strada Istituto alberghiero. Cell. 340 9656918 (Claudia) / 340 5249071 (Angelo).
  •   Punto ristoro “Sapori di casa mia”, via Cagliari. Cell. 349 5620692 (Romina).




* Se prenoti avvisa che arrivi dal Portale www.leviedellasardegna.eu


Desulo scopri la sua cucina tipica e la sua enogastronomia
 

Web Master: Adriano Agri - Sassari Servizi Internet
Copyright: © Le Vie della Sardegna Tutti i diritti Riservati

leviedellasardegna.eu
Leggi le nostre Policies su Privacy e Coockies
Copyright 2016. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu